Andando a spulciare il sito della Siae, società italiana autori ed editori, si nota che c’è una cifra da corrispondere anche per l’organizzazione degli spettacoli. Dovuta, tale cifra, da chiunque riceva contribuzioni per le manifestazioni. Non c’entra, cioè, con il programma svolto ma è relativa proprio al mettere su gli spettacoli.
C’è subbuglio, molto, per quanto riguarda la corresponsione di quelle cifre, in quota parte del 10 per cento rispetto al contributo. C’è subbuglio perché riscuoterle ora, in un periodaccio di crisi, significherebbe dare, in molti casi, una mazzata letale o quasi, a chi organizza manifestazioni (tant’è che a livello nazionale si ipotizza un’intesa fra le parti, una sorta di moratoria per il 2014). E però c’è il passato. Venendo ai casi del territorio: uno per tutti, quello che costa di più. Il festival della valle d’Itria: il centro artistico musicale “Paolo Grassi” riceve dai vari enti, per l’organizzazione delle edizioni del festival, una media di un milione e mezzo di euro annui, centesimo più centesimo meno. Dieci per cento, significa circa 150mila euro annui. Ponendo il caso di una prescrizione quinquennale, andare a ritroso significa rischiare un esborso da 750mila euro circa, per quel dieci per cento alla Siae. Il problema è molto concreto e infatti è sul tavolo della dirigenza Siae pugliese.
La cosa, naturalmente, non riguarda solo il festival della valle d’Itria. Quel dieci per cento, da quanti organizzatori è dovuto e in quanti lo hanno pagato, nel tempo? In queste settimane se ne stanno occupando i funzionari Siae, al lavoro per dettagliare la situazione.
Restano alcuni interrogativi: fermo restando che, ad esempio per il festival della valle d’Itria, non può essere certamente addebitata una eventuale dimenticanza al presidente Franco Punzi che già svolge un ruolo straordinario e insostituibile in termini di rappresentanza e di politiche attive per la promozione del festival, la struttura contabile che ha fatto? E gli enti che hanno concesso i contributi, hanno un rendiconto riguardo alle spese sostenute per l’organizzazione (compresa, dunque, la voce relativa alla Siae)? E l’agente Siae, che tipo di azione e di controllo ha svolto riguardo a questa storia del 10 per cento? La soluzione migliore, per tutti, sarebbe quella di vedersi piovere documenti e certificazioni del fatto che tutto è a posto. Altrimenti, sarebbero davvero guai seri, fare fronte a spese di tali entità.
E quell’affissione abusiva, in pieno centro storico, sarebbe solo un’inezia, per il festival.