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Detenuto suicida nel carcere di Taranto, “altra sconfitta della società” Presa di posizione di Borraccino, consigliere regionale pugliese: tasso di sovraffollamento del 185 per cento

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Di seguito un comunicato diffuso da Cosimo Borraccino, consigliere regionale della Puglia:

Detenuto suicida nel carcere di Taranto: altra sconfitta della società!

La notizia dell’ennesimo suicidio nel carcere di Taranto scuote tutta la nostra indignazione per una tragedia che non doveva consumarsi, per una vita che doveva essere salvata.
Da tempo denunciamo lo stato emergenziale in cui versa l’Istituto Penitenziario di Taranto, una struttura organizzata e gestita con professionalità ma che da tempo lamenta forti criticità legate al sovraffollamento. Il carcere di Taranto infatti con i suoi 567 detenuti a fronte di una capienza di 306 posti registra un tasso di sovraffollamento del 185% rispetto alla media nazionale che si attesta al 111%.
Questa situazione è alquanto allarmante, poiché mette a rischio gravemente la sicurezza di quanti vivono ogni giorno quella realtà, dunque i detenuti in primis oltre a tutto il personale operante nella struttura.
Questo sovraffollamento, come appare evidente, ha anche ricadute pesantissime sulla condizione di salute e di equilibrio psichico sia dei detenuti (per i quali, purtroppo, sono molteplici i tentativi di suicidio dovuti a condizioni invivibili) ma anche del personale penitenziario, costretto a lavorare in una situazione al limite della sostenibilità. Ciò che è accaduto al giovane detenuto tarantino, in attesa di giudizio, è drammatico e doveva essere evitato semplicemente implementando il personale di vigilanza come spesso denunciato non solo da noi di SI/LeU, che abbiamo avuto modo di constatare di persona durante una recente visita all’istituto, ma dal Garante regionale dei diritti delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale, dott. Rossi, oltre ai sindacati del personale operante nelle strutture. Urge riconoscere lo stato di emergenza carceraria, poichè le condizioni in cui si opera sono al limite della sostenibilità, per la grossa mole di reparti da vigilare sovraffollati da detenuti. E’ inaccettabile assistere ancora a questi drammi che sono sintomo di una società in sofferenza che non solo spesso fallisce perché non riesce a innescare i buoni propositi nei nostri giovani ma non garantisce neanche un minimo di recupero di queste persone che andrebbero innanzitutto accolte in strutture sicure nelle quali riavviare un percorso rieducativo. Occorrono più strutture REMS in Puglia, le residenze per l’esecuzione della misura di sicurezza che hanno consentito il superamento delle Ospedali Psichiatrici Giudiziari, come chiesto recentemente anche al Consiglio regionale della Puglia con una mia interrogazione,per garantire una connotazione utile per i pazienti che debba essere quanto più possibile di natura transitoria. Bisogna implementare il personale ed assicurare un ricambio generazionale, per garantire la sicurezza che non può sempre improvvisarsi con interventi fortuiti che questa volta purtroppo non sono bastati.


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