Di seguito un comunicato diffuso da Coldiretti Puglia:
Una grandinata killer ha investito la Puglia, in particolare Bari e l’area della conca barese con epicentro a Grumo Appula, colpendo principalmente gli oliveti. E’ il primo bilancio delle verifiche in campo che i tecnici di Coldiretti stanno effettuando, con la nuova ondata di maltempo che segna l’arrivo dell’autunno dopo un estate che si è classificata a livello climatologico come la terza più calda da almeno sessanta anni con una temperatura che è stata superiore di 1,7 gradi la media di riferimento, più bassa solo di quella delle estati bollenti del 2003 e del 2017.
Dal 1° agosto ad oggi si sono verificati 30 eventi estremi, nel dettaglio 15 nubifragi a Monte Sant’Angelo, San Severo e a Foggia, a Toritto, Ruvo di Puglia e a Gravina in Puglia, a Martina Franca, a Francavilla Fontana e Villa Castelli, a Leverano, Lizzanello, Nardò, Galatina, Casarano e Ruffano, 2 trombe d’aria a Ruvo di Puglia e a Nardò, 3 tornado a Galatina, Melendugno e Otranto e 10 grandinate a Martina Franca, Castellaneta, Palagianello, Manduria, Melendugno, Bitritto, Binetto, Palo del Colle, Grumo Appula e Bari, denuncia Coldiretti Puglia, sulla base della Banca dati europea sugli eventi estremi ESWD.
“E’ stata la volta delle olive di subire il contraccolpo improvviso del nubifragio, accompagnato da raffiche di vento e grandinata forte. Il clima impazzito continua ad avere effetti disastrosi sul territorio e si abbatte su un territorio fragile, dove 232 comuni su 258 (78%) sono a rischio idrogeologico con diversa pericolosità idraulica e geomorfologica, secondo i dati ISPRA. Sono 8.098 i cittadini pugliesi esposti a frane e 119.034 quelli esposti ad alluvioni, mentre a pagare il conto economico più salato sono proprio le 11.692 imprese che operano su quei territori”, denuncia Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia.
Da rivedere a fondo il meccanismo del Fondo di Solidarietà Nazionale che così com’è non risponde più alla complessità, violenza e frequenza degli eventi calamitosi “ma anche il meccanismo assicurativo deve essere rivisto – conclude il presidente Muraglia – perché le polizze multirischio non coprono assolutamente le colture dagli eventi estremi che si stanno verificando a causa della tropicalizzazione del clima, oltre ad essere eccessivamente onerose. Anche i periodi in cui possono essere stipulate le polizze non sono più rispondenti alle necessità degli agricoltori”.