Richieste dell’accusa: Gianpaolo Tarantini 8 anni di reclusione per associazione per delinquere finalizzata al reclutamento, induzione, favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione. Assoluzione per suo fratello Claudio. Per Sabina Beganovic 3 anni. Sei anni per Peter Faraone e Massimiliano Verdoscia. Due anni per Letizia Filippi, un anno e mezzo per Francesca Lana.
Giampaolo Tarantini (foto: fonte la rete) secondo l’accusa, tramite le ragazze voleva accreditarsi presso Silvio Berlusconi. Perché questi lo candidasse al parlamento europeo, lo favorisse in appalti pubblici e altri favori del genere. L’accusa, sostenuta dal pubblico ministero Eugenia Pontassuglia al processo-escort in corso a Bari, illustra questo modus operandi da parte di Tarantini, uno dei sette imputati. La candidatura al parlamento europeo era quella del 2009 e il barese Tarantini, eventualmente, avrebbe dovuto fare le scarpe a qualcuno del suo territorio. Chi? Marcello Vernola, che nel 2004, appena terminato il suo incarico di presidente della Provincia di Bari, venne candidato nella lista di Forza Italia al parlamento europeo e venne eletto, aspettava di essere ricandidato anche in virtù dei risultati ottenuti con la sua attività, di componente delle commissioni Esteri e Ambiente dell’europarlamento. Aspettava e aspettava ma, nei giorni cruciali, nulla. Senonché, si occupava delle liste di Forza Italia, all’epoca, Denis Verdini (ne è passato davvero tanto di tempo) il quale disse, a Vernola, “tu ci hai le poppe?”. Vernola lo racconta in una o più interviste televisive. Oggi, l’affermazione del pm, riguardo al tentativo di scalata alla candidatura a un seggio di Strasburgo (che peraltro Tarantini non ottenne). Insomma, quelle candidature di Forza Italia, sei anni fa, come vennero scelte? In base, realmente, alle poppe e non alle competenze?
Di seguito, fonte youtube, un’intervista rilasciata da Marcello Vernola ad Antennasud: