Il procuratore di Lecce, Cataldo Motta, e gli altri magistrati che conducono l’indagine, oggi ne hanno spiegato i contenuti. Non si è verificato, adottando un metodo empirico, alcun miglioramento della situazione, abbattendo gli alberi, malati e anche non malati, nelle zone salentine alle prese con la xylella. Epidemia colposa, i danni ambientali, varie altre accuse ancora, nei confronti dei dieci indagati fra cui il commissario dell’emergenza xylella, Giuseppe Silletti. Ieri stesso il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, aveva parlato del sequestro degli ulivi destinati all’abbattimento, come di “liberazione” perché così, con l’inchiesta e auspicabilmente con dati celeri e precisi, si potrà andare a trattare su basi diverse, con l’Unione europea, rispetto agli abbattimenti. Dal canto suo, Silletti continua a dire che gli abbattimenti sono stati realizzati unicamente a tutela del paesaggio.
Di seguito un comunicato diffuso da L’Altra Puglia:
“Santoni”, “guru”, “ambientalisti da strapazzo”, “quattro comitatini”. Se ne sono sentite dire di tutti i colori ma quelle donne e quegli uomini, ognuna di loro e ognuno di loro, non hanno mai neanche pensato per un solo istante di smettere di lottare. Fin dal primo momento hanno sollevato dubbi sulla vicenda xylella ed hanno messo tutta la loro passione ed il loro amore per la loro terra e per i loro diritti in questa battaglia. Hanno sacrificato il loro tempo, lo hanno sottratto alla loro vita privata, ai loro impegni, ai loro affetti. Hanno speso i loro soldi macinando chilometri, di assemblea in assemblea, di presidio in presidio, di protesta in protesta, per gridare a gran voce che c’erano troppe zone d’ombra nel modo in cui si stava affrontando il fenomeno del disseccamento degli ulivi.
Gli atti emessi ieri dalla Procura di Lecce sono quanto di più lontano ci possa essere da una sentenza. Il seguito del percorso giudiziario ci dirà se e quali reati siano stati commessi, e da chi. Ma quelle pagine firmate da Cataldo Motta, Elsa Valeria Mignone e Roberta Licci ci consegnano già una certezza: i dubbi che il Popolo degli Ulivi solleva da mesi e mesi sono del tutto ragionevoli e vanno assolutamente chiariti prima di ammazzare anche un solo altro albero d’ulivo, anche un solo altro pezzo della nostra storia.
In queste ore stiamo già assistendo alla solita penosa gara a mettere cappelli, come accade per qualunque cosa si muova sotto il cielo. Oggi noi de L’Altra Puglia, invece, quei cappelli li vogliamo consegnare a chi li merita veramente: ad ogni singola donna e ad ogni singolo uomo che in questi mesi si è dedicato, con tutta se stessa e tutto se stesso, a lottare in difesa degli ulivi.
A questi “santoni”, “guru”, “ambientalisti da strapazzo” e “quattro comitatini” va il nostro più sentito ringraziamento, ovunque essi siano. Da Leuca a Torchiarolo, dalla Val Susa a Niscemi, dalla battaglia contro le trivelle a quella contro il ponte sullo stretto, da chi difende la scuola pubblica a chi abbraccia i popoli migranti. A tutte queste donne e questi uomini, protagonisti di queste e mille altre lotte, noi siamo sinceramente grati. Sono loro che ci regalano, giorno dopo giorno, mese dopo mese, anno dopo anno, la certezza che un Altro modo di vivere la storia è ancora possibile. E sono sempre loro che ci regalano la speranza. La speranza che anche un Altro modo di scrivere la storia sia ancora possibile. Grazie Popolo degli Ulivi!