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Don Antonio Coluccia, di nuovo la scorta Misura decisa per il prete antimafia salentino dopo le intimidazioni. Intanto, a Palermo via la scorta al ristoratore antimafia (che partecipa anche a Gnam!). Incendiata auto sotto casa del capitano Ultimo, che catturò Totò Riina e che non ha più la scorta

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Riattivata la scorta a don Antonio Coluccia. Il prete antimafia salentino aveva subìto due gravi intimidazioni in quattro giorni: a Supersano locandine con la sua immagine, con la scritta in arano “buono da mangiare” e a Specchia, colpi di pistola contro l’auto del padre. L’annuncio della riattivazione della scorta è arrivato durante una seduta urgente del consiglio comunale di Specchia, convocata proprio dopo le intimidazioni al sacerdote 45enne.

Molto discutibile la scelta di avere revocato, a Palermo, la scorta ad un ristoratore che undici anni fa denunciò la mafia. Proprio ora che il condannato per quelle denunce è tornato libero. Il ristoratore (che fra l’altro partecipa alle rassegne itineranti dei pugliesi di Gnam!, festival europeo del cibo di strada nato a Martina Franca) provocatoriamente annuncia che va festeggiata la morte della mafia.

Assai discutibile è poi la recente revoca della scorta a Sergio Di Caprio, il capitano Ultimo dei carabinieri, colui che catturò Totò Riina. L’altra notte incendiata un’auto sotto casa del militare.


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