Di seguito il comunicato:
I detenuti ristrutturano il carcere di Taranto. Dieci ospiti della casa circondariale di via Speziale, hanno imparato le tecniche di restyling di opere murarie lavorando sul campo all’interno della struttura dedicata all’agente Carmelo Magli. L’iniziativa, possibile per effetto di un progetto portato avanti dall’associazione Homines Novi, che ha intercettato un avviso pubblico della Regione Puglia, ha permesso di eseguire interventi sulla scale detentive del primo, secondo e terzo piano del carcere, e sulla scala agenti. Sono stati ripristinati, tappeti in gomma, risistemati i gradini e ripitturate scale e rampe. I risultati del corso di formazione, che ha impegnato i detenuti per un anno in lezioni di teoria e di pratica, dietro il coordinamento del tutor del progetto, il professor Salvatore Montesardo, e con l’ausilio tecnico e professionale dei docenti, gli ingegneri Alfonso Esposito e Mauro Capita, sono stati illustrati alla stampa questa mattina alla casa circondariale. A soffermarsi sulle finalità e sull’importanza di corsi di formazione quale questo, al termine del quale i dieci partecipanti hanno conseguito la qualifica di operatore di opere murarie, la direttrice della casa circondariale di Taranto, Stefania Baldassari, la dottoressa Rossana Ercolano, responsabile della sezione Formazione professionale del Dipartimento per lo Sviluppo Economico, innovazione, istruzione, formazione e lavoro della Regione Puglia, il comandante della Polizia Penitenziaria di Taranto, Giuseppe Donato Telesca, ed il direttore dell’ente di formazione Homines Novi, Gianluigi Palmisano. Nello specifico, i detenuti hanno seguito lezioni di disegno tecnico, organizzazione aziendale, sicurezza sui luoghi di lavoro, materiale di base per l’edilizia, e preparazione delle malte. L’attività di pratica è stata realizzata grazie al coinvogimento attivo di professionisti operanti nel settore, che hanno messo a disposizione materiale di consumo per raggiungere gli obiettivi formativi previsti dal progetto. L’attività di accompagnamento ed affiancamento consulenziale è stata curata dall’associazione di promozione sociale Massimo Troisi.
“Tutte le lavorazioni – si legge nella relazione dei docenti Alfonso Esposito e Mauro Capita – sono state eseguite dai detenuti con impegno e dedizione ed i risultati ottenuti sono stati soddisfacenti ed al tempo stesso hanno in parte risposto alle richieste della Direzione della casa circondariale, per una maggiore sicurezza dei vani scale e un miglior decoro delle strutture oggetto degli interventi, rispettando il progetto presentato e finanziato”. La qualifica sarà senz’altro spendibile nel mondo del lavoro una volta che questi operatori avranno scontato il loro debito con la società. Si è infatti già potuto creare un ponte di comunicazione tra la realtà carceraria e il mondo occupazionale, anche attraverso un vero e proprio sportello informativo. “Il nostro intento – commenta il direttore Palmisano – è quello di contribuire a dare una possibilltà di reale “riscatto” a queste persone. Abbiamo lavorato per rafforzare la loro autostima ed agevolarli nel concreto ingresso nel mondo del lavoro attraverso un orientamento mirato al reinserimento occupazionale, alle logiche legate all’etica del lavoro, e soprattutto rivolte ad una ricerca attiva, offrendo inoltre strumenti per muoversi nella società esterna una volta scontata la pena”. In questi anni, del resto, l’ente di formazione Homines Novi ha dimostrato particolare attenzione e sensibilità verso tutte le fasce sociali della nostra comunità, come dimostrano i diversi percorsi formativi organizzati a ciclo continuo, e rivolti sia ai giovani disoccupati, in possesso di diploma o laurea, sia ai dipendenti delle amministrazioni locali che ai lavoratori di aziende private e non.