Ora è stato arrestato per un’altra condanna prrgressa. Ma Francesco Pio Sbrocchi, foggiano, ha nel suo passato una vicenda clamorosa, risalente a venti anni fa. Nel 1994 infatti minacciò il Vaticano che avrebbe fato trovare in piazza San Pietro, morta, Emanuela Orlandi, se dalla Santa Sede non fosse stato pagato un riscatto di 40 miliardi di lire. Insieme ad altri due foggiani, don Tonino Intiso (all’epoca responsabile della Caritas diocesana a Foggia) e l’avvocato Matteo Storace, secondo l’accusa orchestrò il tentativo di estorsione nei confronti della Città del Vaticano.
In aggiunta ai quaranta miliardi, la pretesa era quella di assunzione di 150 persone in istituti bancari e il trasferimento di 600 impiegati della pubblica amministrazione. Per comprovare l’esistenza in vita di Emanuela Orlandi, Sbrocchi, che era una sorta di intermediario dell’organizzazione, avrebbe consegnato una videocassetta a chi, per la Santa Sede (monsignor Luigi Di Liegro, responsabile della Caritas a Roma) conduceva la trattativa. Piano piuttosto maldestro, tanto che i tre foggiani vennero arrestati.
Adesso Sbrocchi è tornato agli arresti, per un’altra vicenda. Per catturarlo la polizia ha anche fatto le sue belle ore di appostamenti ei pazientato, fino a che non ha colto l’attimo giusto per arrestare il cinquantaseienne.