Di seguito, dal profilo facebook di Andrea Lumino, responsabile del sindacato Slc-Cgil per la provincia di Taranto:
“Lo sfruttamento nei call center è causato da istituzioni complici e committenti millantatori”
«La scoperta dell’ennesimo call center con contratti per “i nuovi schiavi” sconvolge anche per un aspetto che spiega efficacemente quanto l’Italia sia il Paese delle farse,delle lobbies e degli interessi economici sulla testa delle persone». È l’ultima denuncia di Andrea Lumino, segretario generale della Slc Cgil di Taranto dopo l’individuazione di un call center a Taranto che in regime di monocommittenza che stipula contratti di collaborazione fuori dalla normativa nazionale e dagli accordi, sfruttando e sottopagando i lavoratori nonostante le reiterate denunce e gli esposti inviati agli organi ispettivi del lavoro. «Si tratta di lavoratori – ha spiegato Lumino – che, rispetto agli accordi nazionali, hanno una tipologia contrattuale esclusa anche dal Jobs Act che prevede un “periodo di prova” su un contratto a progetto con retribuzione variabile tra 1 euro e 3,60 per ogni ora di lavoro. La retribuzione prevista a livello nazionale è di 6,51 euro. Inoltre questi lavoratori non agganciano gli aumenti del contratto, non accedono alla graduatoria prevista con diritto di prelazione al rientro in azienda rispetto all’assunzione di esterni, non hanno nessun indennizzo sulla malattia. è una vecchia storia che combattiamo da tempo, ma lascia basiti scoprire che il committente di questo call center sia H3G che annovera tra i suoi dirigenti il Presidente di ASSTEL, l’associazione di Confindustria che a livello nazionale ha sottoscritto l’intesa con i sindacati per regolarizzare il lavoro nei call center per la vendita. Una storia tragicomica che sembra ripercorrere pedissequamente il detto su “chi predica bene e poi razzola male”. La speranza è che il presidente di Asstel fosse alloscuro di questa storia e che ora possa imporsi affinché vengano rispettati i diritti dei lavoratori costretti ad accettare compensi infamanti. Se così non sarebbe sfregiata ancora una volta la dignità di questi dipendenti costretti ad accettare condizioni da schiavitù pur di lavorare, ma anche la credibilità delle istituzioni visto che questo call center è stato denunciato 3 volte, ma continua imperterrito a violare il rispetto delle regole».
La Slc Cgil Taranto si rivolge quindi al Viceministro allo Sviluppo Economico, Teresa Bellanova, che in questi mesi ha attivato un tavolo nazionale importante sul settore «affinché intervenga – ha proseguito il sindacalista tarantino – a favore di questi lavoratori: come la Slc Cgil non ci arrendiamo all’idea che il rispetto delle leggi sia una chimera e che davvero tutto sia possibile nel nome del profitto. Infine – ha concluso Lumino – non possiamo permettere che queste illegalità possano danneggiare o uccidere le aziende che invece si attengono al contratto e che pagano committenti e lavoratori rispettando le regole: per colpa di questi sfruttatori le aziende serie sono spesso costrette a licenziamenti collettivi e crisi aziendali. Nonostante l’inerzia e la debolezza delle istituzioni e degli organi preposti, la complicità delle grandi committenze e la vigliaccheria di questi “sfruttatori” da sottoscala, la Slc Cgil continuerà a denunciare queste situazioni, sottolineando responsabilità e collusioni perché cittadini e lavoratori hanno il diritto di sapere che non siamo tutti uguali: abbiamo il dovere di puntare il dito contro chi è realmente causa del degrado sociale ed economico a cui anche la città di Taranto è vittima».