Sentenza 1328/2022 risalente a ieri, I sezione civile del Tribunale di Taranto, relatore Enrica di Tursi, presidente Marcello Maggi.
Italiano lui, per la precisione di Martina Franca; albanese lei. La coppia ha un figlio di dieci anni. Dopo tredici anni di matrimonio i coniugi decidono di porre fine alla loro relazione, in perfetto accordo e senza animosità o conti da regolare, rivolgendosi quindi ad un avvocato; questi spiega la procedura da intraprendere, che prevede due passaggi. Prima la separazione e, trascorsi sei mesi, il divorzio con riacquisto dello stato di libero (celibe/nubile).
Quindi un doppio passaggio e doppi costi da sostenere, tempo e ansia di giungere al traguardo.
L’Italia è, in Europa e nel modo, uno dei pochissimi Paesi a orevedere la separazione personale tra i coniugi, come momento di ripensamento e riflessione al termine del quale occorre che non ci sia stata la riconciliazione per tornare liberi e cioè divorziare
Il tribunale di Taranto, dietro richiesta del legale dei due, ha però applicato una norma del Codice di famiglia dell’Albania (articolo 125) che prevede lo scioglimento immediato del matrimonio, dietro richiesta congiunta dei coniugi. Una soluzione talmente pacifica che entrambi, va ribadito, erano rappresentati dallo stesso avvocato.
Ciò che consente di applicare in Italia questa normativa straniera è l’articolo 5 paragrafo 1 lettera C del Regolamento Ue 1259/2010 (Trattato di Roma) posto che uno dei coniugi ha doppia cittadinanza, italiana e albanese, ed entrambe le parti hanno chiesto concordemente l’applicazione della legge nazionale di uno dei due.
Prima dell’approvazione della legge sul divorzio, 1970, in Italia non era possibile sciogliere il vincolo coniugale e chi poteva e aveva disponibilità economiche si rivolgeva alla Sacra Rota per l’annullamento oppure, con procedura ancora più costose, si recava all’estero. Ora le cose sono cambiate, in meglio, ma per molti aspetti il nostro ordinamento appare ancora diffidente verso l’istituto, meno aperto alle esigenze delle persone rispetto a quello di Paesi stranieri, tra i quali i nostri vicini albanesi.