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Minacce mafiose al direttore del tgnorba e a due giudici: un arresto Presunto mandante

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Testa d’agnello tagliata in due e corredo di biglietto con minacci morte. L’11 febbraio la grave intimidazione alla pm antimafia Carmen Ruggiero. La prima della serie, seguita da analoghi messaggi minatori alla giudice Francesca Mariano e ad Enzo Magistà, direttore del tgnorba. La polizia, squadra mobile di Lecce, ha arrestato il presunto mandante, Pancrazio Carrino, già detenuto per reati di mafia. A Carrino, detenuto a Potenza, affiliato al clan Lamendola della Scu brindisina, sono state contestate sei fattispecie. Particolarmente esecrabile ciò che a danno dell’ex compagna ha compiuto, stando all’accusa, quale origine dei comportamenti che hanno portato all’escalation di minacce mafiose.

In particolare è emerso che a Carrino quale autore della lettera minatoria ad Enzo Magistà si è risaliti dall’esame del dna. Un detenuto che dal carcere invia una lettera del genere. Durante la conferenza stampa tenuta a Lecce dal procuratore distrettuale antimafia di Potenza, procura che ha indagato, è anche emerso il problema del filtraggio. Oltre al procuratore Francesco Curcio hanno preso parte il viceprocuratore Vincenzo Montemurro, il dirigente della squadra mobile leccese, vicequestore Fabrizio Gargiulo ed il direttore facente funzioni della Sisco salentina, commissario capo Fabio Russo.

 

 

 

 

 

 

 

 

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