Da alcuni giorni si parla delle assunzioni al Comune, in virtù di un concorso per funzionari. Il posto è per uno della categoria C1, ne entrano 15. Siamo al miracolo dei pani e dei pesci laico. Renzi ha risolto il problema del lavoro in Italia: basta fare come a Martina Franca (oh, si scherza). C’è un consigliere comunale in carica, c’è un’altra serie di persone, c’è l’ipotesi di un effetto domino sull’amministrazione perché esce tizio ed entra caio e al posto di caio va a fare l’assessore sempronio, chissà.
Sono comunque quindici posti di lavoro e in un periodo così allucinante dal punto di vista occupazionale, attenzione a non entrare in un meccanismo di guerra tra poveri. Però chi scrive, proprio in riferimento alla figura del sindaco attualmente in carica, ritiene di poter dire delle cose: il sottoscritto, insieme all’attuale sindaco quando questi era responsabile sindacale locale, condusse una battaglia di principio, quella legata al concorso per l’assunzione di appartenenti alle categorie protette. Le procedure seguite dall’amministrazione comunale di Martina Franca, venticinque anni fa, si rivelarono quelle denunciate dal giornalista, e da quel sindacalista dell’epoca, oggi sindaco di Martina Franca. E il concorso venne annullato, alcuni amministratori e funzionari vennero pure condannati e 31 persone che avevano già iniziato a lavorare, vennero mandate a casa. Un considerevole numero di loro, invalidi, sordi, muti eccetera eccetera, non ha più trovato lavoro. Chi scrive, tutelato il principio della correttezza degli atti pubblici, prova un senso di disagio personale, da un quarto di secolo, per avere (effetto indotto quanto si voglia, l’obiettivo principale era quello della correttezza degli atti pubblici) dato una svolta negativa alle vite di molte di quelle 31 persone. Però il principio è il principio. Un quarto di secolo fa, quel sindacalista si batté giustamente per un principio, contestando una procedura. Andarono a casa 31 persone. Non c’è motivo per pensare, fino a prova contraria, che il sindaco attuale di Martina Franca sia il responsabile principale proprio in quanto sindaco, di una procedura eventualmente scorretta per assumere, da un concorso per una persona, 15 persone (con aggravio di costi nel bilancio comunale, ad esempio). Così, facciamoci venire un dubbio: e se una persona qualsiasi avesse deciso di desistere a priori perché mai e poi mai sarebbe arrivato primo nel concorso, ma magari quinto, o sesto, sì, e oggi è a spasso? Un’ipotesi. Ma la certezza, fino a prova contraria, è che tutte le procedure siano a posto. E il sindaco farà bene a sincerarsi ulteriormente e con rigore, che lo siano.
Perché sul piano morale il precedente di venticinque anni fa, prima ancora di tutto il resto, impone che oggi si siano fatte le cose in regola. E in caso di errori, niente sconti. Al sindaco meno che meno.