Il padre ha detto “non mi illudo”. Le speranze sono poche, pressoché nulle. Il padre, impiegato di Poste italiane a Sulmona, non è in Germania. Ci sono andati, stamani, la mamma e il fratello, di Fabrizia Di Lorenzo. Devono procedere con l’esame del dna, per sapere se fra le vittime ancora non accertate ci sia la loro figlia, 31enne, un cervello italiano in fuga (quanto è ancora più disgraziata, oggi, l’affermazione di quel ministro Poletti in merito ai giovani all’estero).
Fabrizia Di Lorenzo, laureata a Bologna, lavora a Berlino e stamani, sul posto di lavoro, non si è presentata. Ieri sera il cellulare squillava a vuoto. Nella notte, i familiari hanno contattato il ministero degli Esteri. Le pratiche per l’identificazione lasciano poche speranze.