Era febbraio 2017. La 33enne di Martina Franca, che era assistita da un ginecologo di Taranto per la sua gravidanza giunta al sesto mese, avvertì malori che indussero il medico a consigliare di andare al pronto soccorso. Non quello in valle d’Itria ma quello del “Santissima Annunziata”. La donna fu visitata. Uscita dal pronto soccorso, tornata a Martina Franca, continuava a stare male ed andò, dunque, al pronto soccorso del suo paese. Lì venne riscontrata una gliosi e la patologia, in breve, provocò la perdita del bimbo in grembo. Non solo: secondo i medici di Martina Franca anche la gestante aveva corso un rischio per sé stessa.
Assistita, lei con il marito, dall’avvocato Francesco Ricci ha chiamato in causa il ginecologo ed il medico che erano in servizio al “Santissima Annunziata” nonché l’ostetrica ed il ginecologo di fiducia. Questi ultimi due sono stati prosciolti in udienza preliminare mentre per i due medici ospedalieri (non più nei ranghi del nosocomio tarantino) al termine del processo di primo grado, la giudice Federica Furio del tribunale di Taranto ha pronunciato una sentenza di condanna a nove mesi di reclusione ciascuno, pena sospesa e non menzione.
