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Uva, piselli, cipolla, pecora, agrumi, suino, carciofi: di varie zone della Puglia i nuovi sette presìdi Slow food Presentati dall'assessore regionale

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Oltre le aspettative i risultati del secondo step di “Presidiamo la Puglia”, illustrati questa mattina a Bari, nella sala conferenze del Dipartimento Agricoltura della Regione Puglia. Sette nuovi Presìdi che rappresentano la Puglia, da nord a sud.  Il progetto è volto alla valorizzazione delle eccellenze agroalimentari e realizzato nell’ambito delle attività del Programma di promozione dei prodotti agroalimentari pugliesi di qualità ed educazione alimentare, promosso dalla Sezione Coordinamento dei Servizi Territoriali del Dipartimento Agricoltura. La sinergia con Slow Food Puglia ha portato all’istituzione di nuovi Presìdi che insieme ai cinque “nuovi nati” nella prima fase che si è conclusa esattamente un anno fa, porta a 12 i nuovi Presìdi Slow Food in Puglia in due anni. Un risultato numericamente e qualitativamente importante se si considera che il Presìdio è il frutto di un’azione volta a tutelare le piccole produzioni di qualità e a rendere protagonisti dei territori di appartenenza i contadini, gli allevatori e i pescatori locali.

Hanno partecipato ai lavori l’assessore all’Agricoltura della Regione Puglia, Donato Pentassuglia, il presidente di Slow Food Puglia, Marcello Longo, i referenti e i produttori dei Presìdi di nuova istituzione che sono:

·         Uva Baresana

·         Piselli Salentini

·         Agrumi tradizionali di Palagiano

·         Cipolla Rossa delle Saline di Margherita

·         Suino Nero Pugliese

·         Carciofo della Terra dei Messapi

·         Pecora Gentile di Puglia

“Slow food aggiunge un altro importante tassello nell’attuazione della nostra strategia di valorizzazione e tutela delle eccellenze enogastronomiche ‘made in Puglia’ – ha sottolineato l’assessore regionale all’Agricoltura, Donato Pentassuglia -. Per la precisione altri sette tasselli, sette presídi di prodotti, che sono identitari di un territorio, della cultura e della storia di tante comunità, elementi che rappresentano anche fortissimi attrattori turistici.

Quella di Slow food, come ho già ribadito, non è solo un’azione strategica di promozione dei nostri prodotti, ma una vera e propria operazione culturale che può avere un ritorno straordinario anche da un punto di vista economico, per le imprese agricole, i produttori, per il comparto turistico-ricettivo. Senza dimenticare l’azione di promozione e valorizzazione di un’enogastronomia tutta pugliese che è sinonimo di salute e benessere. Stiamo lavorando in un’ottica di comunione d’intenti con gli assessorati allo Sviluppo economico e al Turismo per portare insieme nel mondo la bontà e le tradizioni pugliesi, che rinnoviamo e innoviamo, senza mai perdere di vista la nostra storia. Associazioni come slow food ci danno ragione, ancora una volta, del percorso intrapreso nel sostenere le imprese, nel difendere qualità e tradizioni, come baluardi di sviluppo e crescita sui mercati interni e internazionali”.

“Il progetto “Presidiamo la Puglia” prevedeva ab origine l’istituzione di undici nuovi Presìdi in due anni, invece, grazie alla sinergia con la Regione Puglia, in particolare con l’Assessore Pentassuglia, che ci ha supportati nel percorso tracciato, siamo riusciti a realizzarle uno in più. Quindi, con gli ultimi 12 presentati in due anni, salgono a 35 i Presìdi Slow Food in Puglia– ha dichiarato Marcello Longo, presidente di Slow Food Puglia -. Sono numeri importanti che lasciano comprendere chiaramente quanto si stia lavorando per rendere la Puglia una regione sempre più biodiversa. Un lavoro che premia il bene comune e il “modello Puglia”. Senza l’impegno di tutti gli attori in campo questo risultato non sarebbe stato possibile. Per questo, un sentito ringraziamento va all’Assessore Pentassuglia e al suo staff per averci sostenuto sin dal primo momento. Grazie anche a tutti i piccoli produttori, allevatori e contadini che hanno creduto nella bontà delle iniziative di Slow Food Puglia sui territori, dalla Daunia al Salento”.

E poi le riflessioni di Serena Milano, direttrice generale di Slow Food Italia: “La Puglia per Slow Food Italia è un punto di riferimento. In questa regione, la nostra associazione ha messo al centro dell’attenzione la biodiversità, lavorando al fianco di contadini, allevatori, pescatori, artigiani, per salvare una ricchezza straordinaria di varietà vegetali, razze autoctone, formaggi, dolci… Sono nati proprio qui alcuni progetti all’avanguardia per la salvaguardia degli ecosistemi marini: Presìdi che hanno messo in relazione pescatori, aree marine, enti di ricerca. E proprio qui lavoriamo in modo importante su filiere strategiche, come quella dell’olio. Non a caso, la Puglia, ha ospitato la prima edizione di Mediterraneo Slow. E non a caso, in Puglia l’associazione si è guadagnata l’attenzione e il sostegno delle istituzioni, a partire dalla Regione”.

Uva Baresana: uva da tavola coltivata anticamente nel comune di Adelfia, in provincia di Bari. Si tratta di un vitigno all’origine allevato ad alberello pugliese, senza sostegno, a due branche. Si presta bene anche ad alberello a vaso, ma oggi è coltivata prevalentemente a tendone pugliese tradizionale o a pergolato. Sulle origini di questa coltura si apre un ampio panorama di notizie e curiosità locali. La più antica citazione del termine “Baresana” risale al 1892. La raccolta avviene da inizio settembre a metà ottobre.

Piselli Tradizionali Salentini: questa denominazione accomuna tre ecotipi autoctoni di piselli che fanno parte dello stesso Presìdio (Pisello Riccio di Sannicola, Pisello Nano di Zollino, Pisello Secco di Vitigliano) che vengono prodotti in provincia di Lecce, nella zona del basso Salento.

Agrumi tradizionali di Palagiano: questa denominazione è riservata alle arance, ai mandarini e ai limoni prodotti nel territorio di Palagiano, provincia di Taranto, per le antiche varietà che permangono negli agrumeti storici della zona. Le prime cultivar (Avana, Biondo e Vaniglia) risalgono al sec. XVIII.

Cipolla Rossa delle Saline di Margherita: la denominazione deriva dal fatto che il bulbo presenta sottili tuniche esterne di colore rosso intenso, con sfumature purpuree. Anche l’epidermide presenta colorazione rossastra. E’ un prodotto fresco caratterizzato da bulbi teneri, succulenti, croccanti ad alto contenuto di zucchero. Se il prodotto viene raccolto prima dell’ingrossamento del bulbo, prende il nome di cipollotto o sponzale.

Suino Pugliese: la zona di allevamento ricade nell’intero territorio della regione Puglia, con diffusione particolare nell’area della Capitanata, della Murgia e della Valle d’Itria. La storia di questa razza è legata alle vicende storiche e pastorali dell’Italia appenninica. Questi esemplari, allevati prevalentemente allo stato brado, si sono adattati alle aree ricche di boschi in cui ghiande, castagne, tuberi e radici rappresentavano una importante fonte nutritiva.

Carciofo della Terra dei Messapi: pianta tipica mediterranea, da secoli coltivata nel territorio brindisino, che appartiene alla tipologia “Catanese”, le prime carciofaie, risalenti all’immediato dopoguerra, furono realizzate infatti con materiale di propagazione proveniente dalla Sicilia. E’ una pianta precoce e rifiorente, altezza media di circa un metro e mezzo, che produce in media 8-9 capolini a forma subcilindrica. La raccolta inizia a fine ottobre e prosegue fino a maggio.

Pecora Gentile di Puglia: razza ovina autoctona appartenente alla specie Ovis aries. La zona di allevamento ricade nella parte settentrionale della regione Puglia, province di Bari, Barletta- Andria- Trani, Foggia e nelle regioni limitrofe storicamente interessate alla transumanza. Ha origine nella provincia di Foggia, area compresa tra il fiume Fortore, il fiume Ofanto, il Gargano e il Sub Appennino Dauno. Nota per la finezza della sua lana, la razza è apprezzata per la sua resistenza alle malattie e per la capacità di adattamento a condizioni climatiche semi aride della Puglia.

I sette Presìdi presentati oggi, vanno ad aggiungersi ai cinque istituiti durante la fase 1 di “Presidiamo la Puglia” e cioè il Pane di Monte Sant’Angelo, la Focaccia a libro di Sammichele di Bari, il Colombino di Manduria, il Confetto Riccio di Francavilla Fontana e la Capra Jonica.


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