“Chiediamo scusa alla città, vogliamo lavoro e dignità”. Slogan dei lavoratori dell’indotto Ilva, stamani la manifestazione con il corteo dal siderurgico di Taranto fino alla prefettura per un incontro chiesto dai rappresentanti degli operai al prefetto e svoltosi in chiusura della manifestazione.
Affluenza dei lavoratori all’agitazione: viene assicurato essere più di mille, probabilmente molti di più ancora. In testa al corteo anche il sindaco di Taranto, Ippazio Stefàno, con presidente del consiglio comunale tarantino, assessori e altri amministratori. Stefàno in mattinata ha scritto una lettera al premier Matteo Renzi: sta per scoppiare una drammatica emergenza economica e sociale, afferma il primo cittadino di Taranto.
Le aziende dell’indotto Ilva hanno l’enorme problema di 210 milioni di euro complessivi non riscossi, pur avendone diritto, e questo si riflette anche sulle prospettive lavoratore di circa quattromila persone. Prospettive di rimanere a spasso. Prospettiva ancora più concreta dopo che stamani il commissario dell’Ilva, Piero Gnudi, ha depositato a Milano la prevista istanza di ammissione all’amministrazione straordinaria, uno dei passi fondamentali previsti dal governo con il decreto. Ma se quel decreto non cambiasse il criterio riguardante il pagamento dell’indotto, sarebero guai. Drammatici, come ha sottolineato il sindaco.