Assemblea dei lavoratori di Telenorba, oggi pomeriggio a Conversano, sede centrale del gruppo radiotelevisivo. Il cronista, benché invitato a parteciparvi, poi viene lasciato fuori. Il vigilante che chiude la porta dopo avere ricevuto un ordine in questo senso; poco prima, il direttore generale del gruppo che fa un paio di capatine fuori dalla sede e anche un responsabile del personale che si affaccia in zona-portone, cose che lasciano qualche perplessità. Magari non significano nulla, ma si registrano. Con perplessità. Comunque, si attende le due ore buone dell’assemblea, poi scendono i rappresentanti sindacali (che peraltro avevano poi ribadito di tenere fuori i giornalisti dall’assemblea). E così, fuori da Telenorba, si parla di cosa c’è dietro quella porta: cioè, di quale sarà l’argomento del confronto della prossima settimana, là, al chiuso del palazzo radiotelevisivo di Conversano.
C’è un’azienda che incontrerà i sindacati martedì, per cercare una soluzione alla crisi che porterà necessariamente, secondo il gruppo, a licenziare 74 persone fra cui 14 giornalisti. Tanti sono gli esuberi prospettati, nel piano presentato dal gruppo. I sindacati confederali, o meglio Cgil e Uil che hanno promosso l’assemblea odierna, andranno a proporre una cosa diversa dai 74 esuberi: contratto di solidarietà per tutti. Ovvero, guadagnare un po’meno, ma starci tutti. Insieme.
Solidarietà che però è formuletta burocratica invece che valore di riferimento, anche in senso economico, stando a quanto denuncia da varie settimane ormai il comitato dei cassintegrati di Telenorba: lavoratori di serie A e lavoratori di serie B, gente che non riesce ad arrivare a fine mese o (vedi i cassintegrati a zero ore e quelli a rotazione) che rischia di non cominciarlo manco, il mese, e poi, dall’altra parte, superstipendi e benefit, come auto aziendali, in vari casi tutt’altro che utilitarie.
Qual è la versione vera, allora? La crisi di cui parla il gruppo, o una crisi finta, di cui parlano i cassintegrati, con gravi disparità fra i lavoratori? Che c’è mai, dietro quella porta?
MONTRONE VUOLE IL % DEL CANONE E (commento moderato in questa parte) LO STATO CON I LICENZIAMENTI.PRIMA AVEVA UN BACINO D’UTENZA,ORA UNA BACINELLA DI UTENZA (commento moderato in questa parte) LUI (commento moderato in questa parte) POTREBBE ANCHE RISANARE,DA SOLO,L’AZIENDA,MA DOVREBBE COSTITUIRE SOCIETA’ SU MISURA (commento moderato a questa parte)