Di Nino Sangerardi:
Verso lo spegnimento delle tv locali d’Apulia? Una possibilità reale visto che l’on. Dario Ginefra (Pd) e altri 13 parlamentari di diversi gruppi politici, hanno presentato un’interrogazione al ministro dello Sviluppo economico. Stanti le delibere e i decreti ministeriali lo scenario sarebbe oltremodo gravoso per moltissime emittenti italiane.
A giudizio degli interroganti la notevole riduzione delle frequenze determinerebbe la chiusura delle tv.
Per la Puglia le frequenze rimanenti sarebbero 6, con quelle aggiuntive potrebbero diventare 9.
Gli editori televisivi pugliesi denunciano che la “riassegnazione delle frequenze in base alla graduatoria del bando digitale risulterebbe inadeguata”. Motivo?
Le emittenti che hanno partecipato alla gara si sono costituite in consorzio al fine di aggiudicarsi una delle 18 frequenze. Però nel bando non è specificato che la medesima graduatoria sarebbe stata utilizzata per le successive assegnazioni che, oggi, si traducono in riduzioni significative, tanto da diminuire drasticamente il numero delle frequenze: da 18 a 6, di fatto sono 5 poiché il canale CH 35 non è utilizzabile per le province di Bari e Barletta-Andria-Trani.
Tra l’altro le società televisive, che già nel 2012 si sono consorziate, hanno dovuto realizzare ex novo una rete di collegamenti e trasmissioni con costi elevatissimi, indebitandosi con risorse proprie e con le banche per almeno cinque anni.
I parlamentari chiedono al ministro Federica Guidi–in attesa della pronuncia del Tar Lazio a cui hanno fatto ricorso i responsabili delle tv, le associazioni di categoria e la Regione Puglia–di sospendere ogni ulteriore iniziativa di competenza volta all’oscuramento delle frequenze.
(foto home page: repertorio, non strettamente connessa alla notizia)