Il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Graziano Delrio: “abbiamo svolto l’indagine amministrativa. Ora la magistratura farà la sua parte”. Perché gli atti riguardanti le ferrovie sud est andranno alla magistratura, che appunto sarà chiamata a fare la sua parte per venire a capo dello scandalo. Amministrazione ordinaria, con l’amministratore unico Luigi Fiorillo, tarantino, inevitabilmente destinato a finire al centro dell’indagine. Un buco da trecento milioni di euro circa, quello evidenziato nella relazione del commissario straordinario Fse, Andrea Viero. Ciò che è stato costruito, secondo quella che sarà (è) l’accusa sulla “mala gestio”, è un sistema insoddisfacente per i viaggiatori “furibondi” e l’attenzione agli amici. Con i soldi pubblici. Nelle prossime ore, da parte del ministro, l’invio delle carte alla magistratura, per fare luce su una vicenda che si prefigura come uno scandalo. Alcuni esempi: l’archivio affidato, a novemila euro al mese, a tre persone che, toh, sono padre madre e figlio. Il direttore generale che si faceva pagare per le trasferte 98 euro l’ora. Lo stesso Fiorillo con stipendio anche da due milioni di euro all’anno e consulenza triennale, pure, da sette milioni di euro, ciò che è scritto nella relazione di Viero. Un atto di accusa contro gli sprechi. Una vicenda squallida, dice il premier Renzi: andremo fino in fondo. Bene. Lo si faccia. Con una premessa, sempre doverosa: fino a sentenza passata in giudicato tutti sono innocenti.