Ci sono iniziative politiche che hanno particolari meriti. Nei mesi scorsi parlammo, ad esempio, di quella di Giorgia Meloni per l’obbligo di segnalatori ai seggiolini dei bambini in auto. Oggi è la volta di quella di Enrico Letta.
La proposta di Enrico Letta, segretario nazionale del Pd, va presa in considerazione. Perché è un’iniziativa che non guarda alle prossime elezioni ma alle prossime generazioni.
Prelievo dell’1 per cento dalle donazione superiori a cinque milioni di euro, per farne una dote a beneficio dei diciottenni. I numeri: poco più di mezzo milione i diciottenni del 2021: il prelievo porterebbe 2,8 miliardi di euro nelle casse statali, cioè più di oltre 280mila doti da diecimila euro ciascuna. Si consentirebbe ai giovanissimi, messi a durissima prova dalla pandemia, di avere qualche risorsa con cui programmare il futuro. Il ragionamento del leader democratico: il lavoro è tassato troppo, le ricche donazioni o successioni sono tassate poco o nulla. Sarebbe davvero un contributo di solidarietà sociale ed intergenerazionale senza fare nuovo debito pubblico il quale già si prospetta come una gravissima zavorra per le nuove generazioni.
Ora, al di là di come ciascuno di noi voti, questa proposta merita di essere esaminata. Non di trovare una porta chiusa a priori. E guai a farne gioco delle parti: i figli sono di chi vota a destra, a sinistra, di chi non vota, ed i figli, tutti, hanno bisogno di aiuto dalla comunità. Poi, in cabina elettorale, ciascuno si comporti come vuole. Ma non si sottovaluti il problema. Che è un problema della nazione.