di Angela Maria Centrone
Nel bicentenario della nascita di Jacques Offenbach (20 giugno 1819), “padre dell’operetta”, il 45° Festival della Valle d’Itria ha portato in scena, lo scorso 19 luglio, Coscoletto, una scelta egregia nell’anno in cui a Martina Franca si celebra anche il centenario della nascita di Paolo Grassi, fautore del teatro per tutti.
Lo spettacolo, in forma semiscenica, è stato brillantemente animato dagli allievi dell’Accademia del Belcanto “Rodolfo Celletti” e dal coro del Festival della Valle d’Itria e della Toscanini, diretto da Corrado Casati, per la regia di Arturo Cirillo, anche lui sulla scena come narratore dell’esilarante intreccio amoroso in salsa napoletana che vede protagonisti Coscoletto “o’ Lazzarone”, la fioraia Delfina, il pastaio Frangipani e sua moglie Mariana, il cordaio Policarpo e il farmacista Arsenico. Questi ultimi, smaniosi di desiderio per la bella Mariana, tramano addirittura di assassinare il pigro, ma gelosissimo, Frangipani. Policarpo, in particolare, chiederà a Coscoletto di consegnare un bouquet di fiori alla moglie del pastaio, che finirà per sbaglio nelle mani di Delfina convinta che sia da parte del Lazzarone. Da qui in poi, un divertente crescendo di malintesi porterà tutti quanti a mangiare dei maccheroni avvelenati e, pensando di essere tutti spacciati (“Intossicati siamo”), ognuno dichiarerà onestamente cosa c’è nel proprio cuore e tutto si sistemerà con un lieto fine e un piatto di pasta fumante, dato che in realtà il veleno era finito nel cortile e non nel pentolone.
Da segnalare sicuramente l’interpretazione di Patrizio La Placa nel ruolo di Frangipani e di Michela Antenucci – Angelica nell’Orlando Furioso di Martina Franca nel 2017 – che ha sostituito in pochissimo tempo il soprano Kim-Lillian Strebel nel ruolo di Coscoletto, cantando dalla buca dell’Orchestra del Teatro Petruzzelli diretta dall’impeccabile Sesto Quatrini. I movimenti in scena del personaggio sono stati resi sul palco del Palazzo Ducale dall’attore Davide Gagliardini, per un effetto, se vogliamo, ancor più caricaturale.
Il libretto di Charles Nuitter ed Etienne Tréfeu è stato tradotto, dal tedesco all’italiano, dallo scrittore martinese Mario De Siati e poi “rispolverato” da Sandro Cappelletto, musicologo e nota firma de’ La Stampa, che ha voluto aggiungere a questo Coscoletto 3.0 un frizzante brindisi con “spritz”, omaggio alle sue origini.