Antonino Ciavarello aveva chiesto lo sblocco di beni confiscati a carico di suo suocero, Salvatore Riina. Niente sblocco, decide la Corte di Cassazione rigettando l’istanza del marito di Maria Concetta Riina, famiglia residente per anni a San Pancrazio Salentino.
Due essenzialmente, le motivazioni della corte. Quell’intestazione di beni a Ciavarello, per circa un milione e mezzo di euro, è da considerarsi fittizia ed in realtà riferibili a Riina e l’istante non ha prodotto significativi riferimenti del contrario. Inoltre, il fatto che il capo dei capi sia morto quattro anni fa (17 novembre 2017) non sminuisce la pericolosità sociale dell’organizzazione che a lui faceva riferimento. I soldi restano confiscati.
(immagine: tratta da profilo twitter cassazione.net)