I sindacati hanno proclamato scioperi in tutti gli stabilimenti del gruppo. La decisione dei proprietari, un fondo americano, di trasferire la produzione da Crevalcore a Bari della produzione, provoca in questi giorni una protesta in tutta Italia. Non deve neppure gioire la parte pugliese del gruppo perché quanto disposto da Marelli non è che il segnale di una crisi del sistema. La Marelli, che si occupa di componentistica elettrica-elettronica per i veicoli, comincia a non reggere più la concorrenza, che è essenzialmente lo strapotere cinese in tema di auto elettrica. I 229 dello stabilimento emiliano che vedono il loro futuro come una nebulosa rischiano di essere solo i primi.
I sindacati hanno anche un’altra chiave di lettura: quelli della multinazionale che sono titolari di Marelli, sono anche in lizza per quote Tim. Dismettere la parte automotive per entrare pesantemente nelle telecomunicazioni, senza considerare i lavoratori. Che ne pensa il governo?, è il senso della protesta.