L’altro ieri un accenno di protesta, composto, da parte di uno sparuto gruppo di cittadini. Ieri mattina una delegazione di commercianti che sarebbe andata a parlarne con l’assessore. Il tributo Tares, a Martina Franca, inizia a far registrare qualche timidissimo segnale di azione da parte dei cittadini, i contribuenti che devono tirare fuori, nel complesso, 9168405,72 euro.
Il sindaco dal canto suo continua a non rispondere alla domanda che da qui gli viene posta e che riteniamo di chiara importanza per capire come siano stati calcolati quei 9168405,72 euro. Il sindaco coninua a non rispondere da 29 giorni e da qui la domanda parte di nuovo. Anche oggi e ogni giorno.
Per lei, sindaco di Martina Franca, è normale che un conto riportante 334 mila euro e un conto che poi quei 334 mila euro non li riporta più, hanno lo stesso totale?
Questo totale è l’origine della determinazione del tributo Tares, che viene pagato con soldi dei cittadini: 9 milioni 168 mila 405,72 euro.
Di seguito, a colori e con il logo aziendale, il prospetto riassuntivo del piano economico presentato dalla Tradeco (gestore del servizio rifiuti) al Comune di Martina Franca il 2 settembre 2013; a seguire, monocolore, il prospetto riassuntivo del piano economico presentato dalla Tradeco al Comune di Martina Franca il 16 luglio 2013. Si notino, per ciascun prospetto riassuntivo, la voce CK (ammortamenti, per intendersi) e il totale:
per sapere quanto pagheranno i locali commerciali dove bisogna cercare?
Grazie per il suo intervento. Pubblicammo prima del consiglio comunale di 29 giorni fa le tabelle, dunque nel nostro archivio ci sono di sicuro. Ma per ulteriore sicurezza, meglio rivolgersi agli atti ufficiali: quelli riguardanti il tributo Tares sono le delibere 107, 108 e 109 del consiglio comunale, pubblicate in albo pretorio del Comune. In una di queste c’è il famoso errore nella tabella delle utenze domestiche. La pagina duccessiva è quella delle utenze non domestiche. Fatta tutta questa pappardella, mi sa che è meglio pubblicare quelle due pagine perché siete in tanti a fare la stessa domanda. (agostino quero)