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No all’archiviazione dell’inchiesta per l’uccisione di Simonetta Cesaroni. Inevitabile pensare a quel suicidio in Puglia Il portiere dello stabile Pierino Vanacore si tolse la vita negli anni scorsi

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La giudice per le indagini preliminari di Roma ha negato l’archiviazione dell’inchiesta. Simonetta Cesaroni fu assassinata il 7 agosto 1990 nell’ufficio di Roma, via Poma, in cui lavorava. Secondo la giudice per le indagini preliminari in quell’ufficio potevano trovarsi documenti riservati dei servizi segreti, forse tra quelli poi rubati in un caveau di una banca (c’entrava Massimo Carminati). Ipotesi di inchiesta. Trascorsi 34 anni e mezzo, insomma, c’è ancora da chiarire quell’uccisione. Forse anche un suicidio? Quello, nel marzo 2010 in una spiaggia della Puglia, del tarantino Pierino Vanacore, portiere del palazzo romano in cui Simonetta Cesaroni fu uccisa. Vanacore fu anche sospettato del femminicidio.

 


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