Lino Banfi è stato nominato dal governo nella commissione italiana Unesco.
Si tratta dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura.
Un grande riconoscimento per l’attore pugliese. L’annuncio della nomina è stato dato dal vicepremier Luigi Di Maio.
Dunque, l’Unesco ha sede a Parigi. Primo discorso del nuovo commissario sarà “se Parigi avesse lu mere sarebbe una piccola Beri”? O anche: Notre Dame cambierà nome in Madonna benedetta dell’Ingoroneta di Foggia cinofila? A questo punto, il professor Cosimo Damiano Fonseca potrebbe fare L’allenatore nel pallone (a proposito, Crisantemi seguirà Banfi nella nuova avventura?). Si chiama commissione, perché i cimmommissari (che non sono il commisserio Logatto) essere esperti. Superesperti. Con tutto l’affetto per nonno Libero, la scelta fatta dal governo italiano per il vertice mondiale della cultura, della scienza, è inadeguata. E di fronte alle proposte inadeguate bisogna avere la bravura di dire no grazie. Perché la noce del capocollo deve diventare patrimonio dell’umanità per meriti propri, non perché ha fatto ridere. A proposito di meriti: la prima uscita di Banfi nella nuova veste non è granché nei confronti dei plurilaureati. Brutta partenza nei confronti di chi, lungi dal fare scoregge nell’Esorciccio, ha studiato decenni.