Ripercorrendo a ritroso la storia degli ultimi quarant’anni di Martina Franca, periodo in cui a fasi alterne l’assise consiliare ha visto sedere più o meno sempre le stesse figure o controfigure, pur cercando minuziosamente e scrupolosamente, sono davvero pochi se non un paio al massimo i casi in cui un privato ha ceduto gratuitamente alla Città un proprio bene per creare un vantaggio collettivo.
Spesso l’intervento del privato viene richiesto a gran voce, facendo riemergere lo spirito rivoluzionario che sonnecchia in ognuno, in nome di una più equa distribuzione della ricchezza come se questa fosse una colpa e dimenticando, magari, che la stessa è frutto di anni di lavoro e sacrifici; ma tant’è.
Quando poi questo si verifica, se tutto va bene generalmente segue sempre una cerimonia di ringraziamento o, se va male, un trafiletto vicino alle previsioni del tempo e una stretta di mano giusto per “creanza”.
Ma succede anche che un regalo venga rifiutato o che, prima di essere accettato, stranamente allo stesso vengono “fatte le pulci”, nonostante sia di valore e rappresenti per davvero un vantaggio per la comunità.
È il caso del terreno ubicato in viale Stazione, indentificato come area a servizi ma che ora, per la solita serie di varianti intervenute negli anni, non è altro che un “relitto” e che, viste le dimensioni, può trovare, in alternativa all’essere un campo incolto, la sua destinazione finale solo come parcheggio.
Così la proprietà avanza all’Amministrazione Comunale la proposta di realizzare a proprie spese un parcheggio “per complessivi n. 77 stalli, di cui n. 2 parcheggi family, di cui n. 2 destinati a utenti disabili e n. 1 a veicoli elettrici accessibile direttamente da viale Stazione attraverso un ingresso carrabile e un ulteriore accesso pedonale, oltre alla realizzazione e futura cessione di una cabina Enel”.
Per la realizzazione di questo progetto viene richiesta una convenzione, soggetta ad approvazione da parte del consiglio comunale, che dopo il solito tira e molla viene preparata “dagli uffici competenti” e inserita all’ordine del giorno del consiglio comunale del 21 dicembre scorso.
Ma, colpo di scena, mentre la maggioranza dei consiglieri presenti in aula era pronta a votare favorevolmente per la convenzione, la proposta di approvazione viene ritirata su richiesta dello stesso dirigente che l’ha redatta il quale, in questo modo, contraddice se stesso.
Delle due, una: o nei minuti appena precedenti la discussione in consiglio il dirigente si è accorto di aver commesso un errore, e di questo dovrebbe comunque dare conto, oppure è arrivata una indicazione che ha stoppato la ratifica per…?
Alla richiesta di chiarimenti da parte della proprietaria del suolo, che ha fatto partire una diffida paventando una cospicua richiesta di risarcimento danni, sempre gli “uffici competenti” hanno risposto dicendo di aver richiesto un “parere pro-veritate” all’avvocatura comunale.
Ancora una volta, trattandosi del vecchio P.R.G. e del Piano Particolareggiato, sì è di fronte all’applicazione della stessa norma con il sistema a doppio binario: vale per qualcuno ma non per tutti. Ad esempio una situazione analoga si verifica per i terreni destinati a parcheggio per il nuovo stadio in zona Pergolo, solo che in quel caso, chissà perché, non c’è stata alcuna richiesta di chiarimenti e tutto è filato liscio come l’olio.
Questa presa di tempo ha dell’incredibile, soprattutto da parte di un’Amministrazione che in questi anni di parcheggi ne ha realizzati più di uno a carico della collettività, ma che stranamente frena quando si tratta di un’opera realizzata a spese di un privato e in una zona satura che di parcheggi necessita come il pane anche perché, nei decenni, si è costruito “disattendendo gli standard territoriali” ovvero, tanto per cambiare, con il metodo mattone selvaggio.