“Se qualcuno ha sbagliato pagherà. Nel frattempo chiunque sappia qualcosa o abbia un filmato o una registrazione utile la consegni alle Forze dell’Ordine. Come sempre non farò sconti a nessuno, ma neppure giustizierò sommariamente qualcuno solo per tutelare me stesso“. Nella lettera aperta, resasi necessaria evidentemente, dopo due casi di presunta compravendita del voto, Michele Emiliano dice stop: chi fa compravendita di voti è fuori. Anche Antonella Laricchia, candidata presidente M5S, aveva chiesto al candidato presidente del centrosinistra, di dire da che parte sta. Ecco cosa afferma Emiliano nella lettera aperta, “È legittimo per un candidato farsi assistere da uno staff. Ma quando il supporter viene convinto e reclutato facendogli intravedere solo e solamente il vantaggio economico della sua eventuale partecipazione alla campagna elettorale siamo fuori da ciò che io ritengo politicamente accettabile. Inaccettabili sono gli esempi di reclutamento telefonico di ignari giovani ai quali si presenta come cosa ovvia il fatto che essi debbano votare un determinato candidato assieme ai loro familiari. Qui davvero si rischia di essere dentro la fattispecie prevista come reato”. Infine: i membri dello staff devono essere pagati solo dopo avere avuto la certezza assoluta “che queste persone abbiano liberamente aderito al progetto politico del candidato. Occorre comunque evitare reclutamenti di massa, senza previa verifica di un’autentica adesione politica alla campagna elettorale. Chiunque dovesse violare questi indirizzi sarà oggetto di richiesta da parte di tutta la coalizione di ritiro della candidatura”,