Di seguito un comunicato diffuso da Lucrezia Vinci, candidata al parlamento europeo:
«La xylella è sempre più un’emergenza sanitaria di cui deve farsi carico in maniera ampia anche l’Europa. Non bastano le eradicazioni delle piante ritenute infette decise, forse frettolosamente, dalla burocrazia europea: serve maggiore impulso alla scienza, alla ricerca e alla collaborazione tra Paesi, ascoltando la voce dei tecnici e degli esperti di colture tradizionali che ne sanno certamente di più di chi pretende di decidere da Bruxelles o da Strasburgo». Lo dichiara Lucrezia Vinci, candidata al Parlamento europeo.
«Con notevole ritardo rispetto ai danni arrecati agli uliveti pugliesi, l’Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa) è intervenuta sul problema in seguito ai gravi danni arrecati dal batterio in Portogallo, Spagna, Francia, Germania» rileva la candidata di Martina Franca. «Risulta peraltro che la xylella non abbia avuto origine in Puglia, ma sia stata introdotta in Europa dal Costa Rica attraverso il porto di Rotterdam. Mi sembra quindi evidente la necessità di predisporre dei controlli doganali più accurati e specifici per isolare e contrastare i focolai. Occorre inoltre un fronte comune tra Paesi europei per delineare una nuova politica agricola europea che, per quanto riguarda gli ulivi, favorisca le colture tradizionali rispetto a quelle intensive, che impoveriscono i suoli. Va inoltre contrastata la contraffazione di prodotto di provenienza nordafricana venduto come olio pugliese».
Lucrezia Vinci conclude: «Mi hanno molto incuriosito le perplessità di quei tecnici che criticano i protocolli fissati dall’Unione europea contro la xylella considerando che risultano efficaci per contrastare un virus quando invece essa è un batterio. Credo che sia molto importante, per ridurre il danno agli ulivi, mettere in relazione la scienza e la sapienza tradizionale sulle colture. Occorre partire da un principio: la lotta alla xylella deve avvenire salvaguardando al massimo le piante, per quanto possibile, e non facendo terra bruciata d’un bene antico e prezioso».