Di seguito un comunicato diffuso dal ministero dello Sviluppo economico:
“Nella serata di ieri sono arrivate le 35 pagine del parere dell’Avvocatura dello Stato, che avevo richiesto lo scorso 7 agosto. Il parere affronta sia le criticità rilevate dall’Autorità Nazionale Anticorruzione che alcuni ulteriori profili segnalati all’attenzione dell’Avvocatura”, afferma in una nota il Ministro dello Sviluppo Economico e del Lavoro Luigi Di Maio.
“Persistono forti criticità – prosegue il Ministro – e nuovi elementi fondamentali che porterebbero al sospetto di illegittimità dell’atto. Il profilo più rilevante è legato a ‘eccesso di potere’ e cioè al cattivo esercizio dello stesso, non essendo stato tutelato il bene comune e il pubblico interesse a causa della negata possibilità di effettuare rilanci per migliorare l’offerta.
Tra le altre cose, l’Avvocatura evidenzia una possibile lesione del principio di concorrenza: lo spostamento del termine al 2023 per l’ultimazione degli interventi ambientali avrebbe dovuto suggerire una proroga del termine per la presentazione di ulteriori offerte.
E in relazione alle tutele ambientali l’estrema importanza di ambiente e salute richiede altri necessari approfondimenti in materia”.
Di Maio nella sua nota non dice che l’Avvocatura non ha ravvisato profili tali da portare all’annullamento automatico della gara. Cioè, in soldoni, gli è stato detto più o meno così: ministro, se vuoi annullare, è una responsabilità che devi prenderti tu perché, fra l’altro, Arcelor Mittal ha agito in buona fede. Quindi, dovrà essere Di Maio a fare qualcosa. Quando? Per chi crede sia stata una parola più o meno definitiva sulla questione, dare una lettura alle ultime parole del comunicato: servono altri approfondimenti.
Inoltre: “a richiesta di avere testo parere Avvocatura dello Stato, il Mise dice che l’avvocatura ha preteso che il testo non venga divulgato. Precedente Governo aveva reso pubblico. Stiamo scherzando?”, dice Marco Bentivogli, leader Fim-Cisl. Si può dire: nella prospettiva di un contenzioso, ci sta di secretare le carte. Però: questa qui non era la gente della trasparenza?
Gli allenatori catenacciari avevano e hanno un criterio molto spiccio per i loro difensori, quando sono nei guai: se l’avversario si fa pericoloso, butta la palla a fallo. Ma non potrà essere sempre fallo laterale, Di Maio. Certe volte è autorete.
Fuori le carte, Di Maio. Anche se dovessero essere le carte di chi si è incartato.