Lombarda del milanese, 56 anni, vicepresidente della Corte Costituzionale. Da giorni e sempre un po’ più, di ora in ora, stabilimente nel totonomi in caso di varo di un nuovo governo, come presidente del Consiglio.
Sarebbe la prima donna nella storia d’Italia.
Ipotesi. Così come è tuttora ipotetico che alla formazione di un governo e ad un’alleanza si riesca a giungere. Comunque sia, il nome di Marta Cartàbia è quello che, fra gli altri, prende quota.
Per tante caratteristiche e per una in particolare: la Costituzione che, ovviamente, conosce e applica appieno.
Ha un precedente che riguarda da vicino Taranto: relatrice del provvedimento con cui, un anno e mezzo fa, la Consulta dichiarò incostituzionale in varie sue parti il decreto Ilva del governo Rienzi. La questione era originata dall’infortunio mortale, sul lavoro, di Alessandro Morricella. Il decreto governativo salvaguardava l’uso dell’impianto perché di interesse nazionale, rispetto al sequestro disposto dalla procura di Taranto. La Corte Costituzionale, relatore il giudice Marta Caltabia, dichiarò l’incostituzionalità del decreto governativo.