Di seguito un comunicato diffuso da Gianluca Mastromarino, consigliere comunale di Statte e Terra delle Gravine:
La fondamentale coesistenza della salvaguardia dell’ambiente e della tutela del lavoro transitano anche attraverso lo sviluppo della tecnologia ad idrogeno verde.
La recente notizia dell’approvazione della mozione relativa alla candidatura dello stabilimento Cementir di Taranto a sito per la produzione di idrogeno green in aree industriali dismesse all’unanimità da parte del Consiglio Regionale della Regione Puglia merita di essere accolta con viva soddisfazione.
L’idrogeno verde rappresenta la variante pulita dell’idrogeno. Essa non è presente in natura e si produce attraverso l’uso di fonti rinnovabili (ad es. il fotovoltaico, l’eolico o l’idroelettrico), a seguito di un complesso processo di elettrolisi dell’acqua usando solo elettricità prodotta dalle fonti rinnovabili, producendo energia senza generare effetti inquinanti.
La transizione ecologica rappresenta uno dei pilastri fondamentali del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, finalizzato a ridurre nella maniera più incisiva gli effetti dannosi dell’inquinamento sull’ambiente.
Gli investimenti nel settore dell’idrogeno verde rappresentano una delle scommesse più importanti per attuare concretamente il percorso della transizione ecologica.
L’individuazione della città di Taranto e dello stabilimento Cementir assume un significato concreto e simbolico, in considerazione della sua storia e del tempo presente. Un segnale che dimostra la volontà di programmare una svolta green per il nostro territorio.
Un’attenzione alla tutela dell’ambiente che potrà essere coniugata con un altro aspetto fondamentale, ovvero quello della tutela del lavoro.
La scelta di investire su Taranto infatti potrà dare nuova vita ad un’importante area industriale del nostro territorio, ma al contempo potrà salvaguardare l’occupazione dei tanti lavoratori impiegati nello stabilimento, ponendo una soluzione positiva ad una delle vertenze che da anni interessa Taranto.
Proprio di qui si potrà partire per assicurare in maniera congiunta la giusta coesistenza del diritto alla salvaguardia dell’ambiente e del diritto al lavoro.