Tweet di Laura Boldrini, parlamentare:
Ho conosciuto Emanuela Petruzzelli quando, qualche settimana fa, si è incatenata davanti a Montecitorio e in quella circostanza le avevo promesso che avrei presentato una interrogazione al ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, e al ministro della Giustizia, Carlo Nordio.
E così è stato.
Emanuela ha subito violenza da parte dell’ex marito, anche davanti alla figlia, e lo ha denunciato. Dopo sette anni l’iter giudiziario non si è ancora concluso e l’uomo non ha subito alcun provvedimento restrittivo mentre a lei, nel 2018, è stata revocata la protezione. Un vero e proprio calvario durante il quale Emanuela ha continuato e continua a vivere nel terrore che le possa succedere quello che è già accaduto alla sorella, uccisa dall’ex compagno.
La signora Petruzzelli non ha un lavoro, non ha una casa, non ha nessuna forma di sostegno. Vive grazie all’aiuto di alcune persone che le sono accanto. La paura di uscire di casa per timore di incorrere nel suo ex, le impedisce di cercare lavoro. Senza protezione e senza sostentamento economico come può andare avanti?
Una storia drammatica, purtroppo non l’unica, come ci raccontano le cronache quotidianamente.
Emanuela Petruzzelli ha denunciato la situazione che vive in ogni modo a sua disposizione, perfino incatenandosi, due volte, sotto Montecitorio.
“Non vogliamo le fiaccolate alla memoria: vogliamo aiuto quando siamo vive” mi ha detto in quella circostanza. E ha ragione.
Per questo ho chiesto ai ministri Nordio e Piantedosi se sono a conoscenza della situazione di Emanuela e cosa intendano fare per dare a questa donna e a tutte le donne che trovano la forza di denunciare, una efficace, immediata e completa protezione.