Di seguito un comunicato diffuso dal sindacato di polizia penitenziaria Sappe:
Sembra non voler finire la catena di suicidi che attraversa il territorio nazionale che fino ad oggi , ha portato ad oltre 70 il numero dei detenuti che hanno deciso di farla finita.
Ognuno di questo suicidi ha le sue motivazioni, anche se scorrendo l’elenco si scopre che la stragrande maggioranza erano persone affette da problemi psichiatrici o tossicodipendenti .
Questa volta è accaduto al detenuto che nei giorni scorsi aveva ucciso , in maniera efferata, la moglie in un comune del Barese che poco dopo l’ingresso nel carcere era stato ricoverato presso il locale nosocomio, a seguito della caduta dal letto a castello (ove era stato sistemato), a causa del grave sovraffollamento di cui soffre il carcere di Bari.
Il detenuto era rientrato da pochi giorni dall’ospedale ed era stato sistemato al piano terra della 3 sezione insieme ad altri detenuti.
Questa notte intorno alle 2 circa, gli altri detenuti ristretti nella stanza hanno dato l’allarme che ha visto il pronto intervento dell’agente addetto al reparto che non si era accorto di nulla, poiché il detenuto era steso nel suo giaciglio e si sarebbe soffocato stringendo al collo un rudimentale cappio ricavato da un lenzuolo che, aveva attaccato alle sbarre del letto.
Nel frattempo giungevano nella stanza anche gli altri soccorritori che hanno cercato di rianimare in tutti i modi il detenuto inutilmente, in quanto era già morto.
Da tempo il SAPPE sindacato autonomo polizia penitenziaria denuncia la necessità di integrare l’organico della polizia penitenziaria delle 120 unità mancanti a fronte di un sovraffollamento di 425 detenuti invece di 260 posti previsti della capienza regolamentare.
E’ chiaro che in queste condizioni risulta difficile controllare i detenuti ristretti da parte dei poliziotti costretti a gestire più posti, soprattutto nei turni serali e notturni.
Proprio per questo nei mesi scorsi oltre alle denunce pubbliche il SAPPE ha presentato un esposto alla magistratura per rappresentare le responsabilità del DAP(secondo noi) circa la grave situazione in cui versa il carcere di Bari sia per quanto riguarda il sovraffollamento che è di circa il 160%, nonché la grave carenza di personale che non consente di far fronte in maniera adeguata agli eventi critici(suicidi, evasioni, rivolte, atti di autolesionismo ecc.ecc.).
Il SAPPE chiede che i vertici del DAP debbano pagare anche per le infinite violazioni poste in essere nei confronti dei poliziotti penitenziari che hanno perso qualsiasi diritto sancito dalla costituzione, dai contratti di lavoro e dagli accordi sindacali, nonché dei detenuti a cui vengono negate tante possibilità di reinserimento, nonostante gli sforzi compiuti sia dai vertici del carcere che dai poliziotti che cercano, con coraggio e professionalità, di arginare in tutti i modi una situazione drammatica.