Martina Franca, sempre considerata un laboratorio politico, è anche sede di una sorta di primato in termini di elezione del presidente della Repubblica.
Due in realtà, ben diversi, i primati: velocità e durata. Iniziamo da quest’ultimo. Chiarelli, due volte nell’unica legislatura. Quindi, la durata: Caroli, quattro capi dello Stato.
Giuseppe Caroli iniziò con la presidenza Saragat ma la sua prima volta da grande elettore fu nel 1971, quando il parlamento sembrava non riuscire a trovare un nuovo presidente. Erano anni difficilissimi per la Repubblica che dovette fare i conti perfino con un tentativo di colpo di Stato. Nel periodo natalizio 1971 fu eletto, dopo 23 scrutini, Giovanni Leone.
Poi, Giuseppe Caroli fu tra i grandi elettori nel 1978 quando era certa, nei mesi precedenti, l’ascesa al Quirinale di Aldo Moro ed invece ci fu la notte della Repubblica, con il rapimento e l’uccisione dello statista. Diventò presidente Sandro Pertini, al sedicesimo scrutinio con 832 voti, il numero più alto di consensi finora. Nel settennato, e nella storia, il più amato fra i capi dello Stato, nella storia repubblicana.
Giuseppe Caroli, e con lui Giulio Orlando senatore eletto nel collegio di Martina Franca, fece il tris con l’elezione di Francesco Cossiga nel 1985 al primo scrutinio. Poi Orlando non venne confermato parlamentare nella decima legislatura, Caroli sì e in quella legislatura avvenne l’elezione a capo dello Stato di Oscar Luigi Scalfaro, pochi giorni dopo l’attentato a Giovanni Falcone.
Da un record di durata, messo su in 26 anni di parlamento dal 1968 al 1994, al primato di velocità. Lo scattista in questione fu Gianfranco Chiarelli. Una sola legislatura, due volte grande elettore, cosa mai accaduta prima del biennio 2013-2015. E, mai successo prima, un bis: quello di Giorgio Napolitano nove anni fa, perché non si riusciva a superare l’impasse (dopo avere affossato, nientemeno, Prodi) e tutti i leader andarono letteralmente a pregare il capo dello Stato di farsi rieleggere. Venne poi subito formato il governo presieduto da Enrico Letta ed il giorno del giuramento ci fu l’attentato davanti a palazzo Chigi con il ferimento grave di un carabiniere.
Nel 2015 Napolitano decise che poteva bastare ed a febbraio di sette anni fa il parlamento comprendente Chiarelli, con non poche difficoltà, riuscì ad eleggere uno che non era proprio a calendario: Sergio Mattarella. Che la stragrande maggioranza della popolazione vorrebbe vedere rieletto.