di Angela Maria Centrone
Nel febbraio scorso la Procura di Roma ha chiesto nuovamente l’archiviazione dell’omicidio di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin, gli inviati Rai morti assassinati il 20 marzo 1994 in Somalia. Questa settimana scrivo di loro, perché su questa storia non deve assolutamente calare il silenzio e questo caso non va archiviato. E la verità va ricercata. Lo si deve alle vittime e al loro impegno. Lo si deve ai genitori di Ilaria, Luciana e Giorgio Alpi, che sono stati un esempio di lotta civile e che sono morti senza avere giustizia. Lo si deve alla famiglia di Miran. E lo si deve a noi stessi, perché quando accadono episodi del genere è una sconfitta per tutti quanti.
Il 12 marzo del 1994 Ilaria Alpi, inviata agli esteri per Raitre, parte per quello che sarà il suo ultimo viaggio in Somalia. Ad accompagnarla c’è il suo cineoperatore, Miran Hrovatin. Sono ormai mesi che racconta per le telecamere nazionali la guerra che si sta combattendo in quel Paese. Ilaria è una giovane donna, brillante e arguta, si mescola alla gente di Mogadiscio per raccontare davvero cosa sta accadendo. Ilaria sta seguendo una pista, una pista che forse (si ipotizza, ma non ci sono prove) porta al traffico di armi e di rifiuti tossici. Una pista che sicuramente rivelerà che i fondi stanziati per le attività di cooperazione laggiù in Somalia in realtà vengono impiegati per costruire delle cosiddette “cattedrali nel deserto”. Cosa stavano per scoprire Ilaria e Miran al momento dell’agguato? Quali domande scomode avevano fatto o avevano intenzione di fare? O forse erano semplicemente le domande giuste. Non lo sapremo mai perché i taccuini di Ilaria, con il materiale raccolto in quell’ultimo viaggio, sono scomparsi. Da quel momento è partito un vero e proprio insabbiamento e depistaggio sul caso Alpi-Hrovatin. Sul corpo di Ilaria non viene eseguita alcuna autopsia e alla famiglia viene detto che è stato crivellato di colpi. Non è vero. Ilaria e Miran sono stati uccisi entrambi con un colpo a bruciapelo alla testa: lei viene colpita da dietro, lui alla tempia. È stata una vera e propria esecuzione. In seguito verrà condannato per il duplice omicidio Hashi Omar Hassan, scagionato dopo 18 anni di carcere da innocente, nella cui colpevolezza non hanno mai creduto neanche i genitori di Ilaria, e che, grazie ai giornalisti di “Chi l’ha visto”, è tornato libero. Nuovamente, però, l’eccidio dei due reporter resta senza colpevole. O forse questo colpevole non si vuole trovare.
Per saperne di più:
– “L’esecuzione. Inchiesta sull’uccisione di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin“ di Luciana e Giorgio Alpi, Mariangela Gritta Grainer, Maurizio Torrealta (Edizioni Kaos);
– “Ilaria Alpi, l’ultimo viaggio” film-documentario disponibile su www.raiplay.it;
– Speciale “Chi l’ha visto” dedicato ad Ilaria Alpi e Miran Hrovatin andato in onda il 21 marzo 2019 e disponibile su www.raiplay.it. Inoltre, sul sito della trasmissione sono consultabili i documenti relativi al caso.