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Accusa, evasione fiscale: operazione tra Puglia, Piemonte e Portogallo. Sequestri per 32 milioni di euro Bat: sequestrate 255 banconote false

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Di seguito alcuni comunicati diffusi dalla Guardia di finanza:

Finanzieri del Comando Provinciale di Bari hanno dato esecuzione a un decreto di sequestro preventivo di beni
per un valore complessivo di circa 32 milioni di euro, nei confronti di una società portoghese, operante nella
gestione di un servizio a pagamento per la pubblicazione di annunci su un noto portale web, amministrata nelle
province di Torino e Cuneo, nonché dei suoi 22 soci, quale profitto del reato di omessa dichiarazione commesso
nella forma associativa.
Il decreto di sequestro preventivo – emesso dal G.I.P. del Tribunale di Torino, su richiesta della Procura della
Repubblica a quella sede (accertamento compiuto nella fase delle indagini preliminari che necessita della
successiva verifica processuale nel contraddittorio con la difesa) – costituisce l’epilogo di una verifica fiscale e
delle correlate indagini di polizia giudiziaria delegate al Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia
di Finanza di Bari inizialmente dalla Procura della Repubblica barese. Il pertinente fascicolo processuale è stato
successivamente trasmesso, per competenza territoriale, alla Procura della Repubblica torinese che ha svolto gli
ulteriori accertamenti.
L’attività investigativa trae origine da approfondimenti antiriciclaggio eseguiti dal Nucleo PEF Bari a seguito dei
quali emergeva che il citato sito sarebbe stato gestito da una società cartolarmente con sede a Madeira
(Portogallo), ma di fatto amministrata in Italia da un commercialista di Mondovì (CN). Gli elementi investigativi
così acquisiti venivano partecipati alla Procura della Repubblica di Bari la quale disponeva una mirata attività di
perquisizione locale, tra l’altro, presso l’abitazione del commercialista cuneese nell’ambito della quale venivano:
? rinvenuti numerosi files audio riproducenti le registrazioni effettuate dall’amministratore, sui suoi telefoni
cellulari, delle riunioni con i soci, nonché con i consulenti che lo avrebbero affiancato nell’attività gestoria e
amministrativa della presunta società esterovestita e di quelle ad essa collegate;
? acquisiti elementi indiziari idonei a disvelare gli espedienti che sarebbero stati utilizzati per eludere la
tassazione degli utili da parte degli indagati, attraverso l’utilizzo dello schermo di strutture societarie estere.
Nello specifico, gli utili conseguiti dalla società di Madeira sarebbero confluiti inizialmente in una controllante,
con sede a Cipro, che li avrebbe successivamente distribuiti a entità giuridiche del Regno Unito, riconducibili
agli odierni indagati, i quali, a questo punto, avrebbero potuto decidere se tenerli “parcheggiati” all’estero,
effettuare investimenti nei predetti Paesi o far rientrare parte delle somme in Italia, mediante l’inclusione del
relativo importo nel quadro RW del modello dichiarativo presentato ai fini delle imposte dirette.

Pertanto – secondo l’impostazione accusatoria della Procura della Repubblica di Torino, accolta dal G.I.P. del
Tribunale a quella sede (allo stato, fatta salva la valutazione nelle fasi successive con il contributo della difesa) –
la predetta società portoghese avrebbe omesso la presentazione delle prescritte dichiarazioni fiscali e posto così
in essere una presunta, sistematica evasione delle imposte dovute in Italia. Ciò in quanto avrebbe avuto solo
formalmente la residenza all’estero, poiché i soci erano, per la quasi totalità, residenti in Italia, le strategie
decisionali sarebbero promanate da Torino e le attività economiche sarebbero state rivolte, principalmente, al
mercato nazionale.
Considerato l’elevato valore indiziario degli elementi acquisiti dal Nucleo PEF Bari, la Procura della Repubblica
del capoluogo piemontese – in virtù della normativa che prevede la possibilità di applicazione anche della
“confisca per equivalente” – ha avanzato una richiesta di sequestro di beni e utilità, al fine di inibire il
consolidamento del vantaggio economico derivante dalla presunta evasione. Il G.I.P., aderendo alla predetta
richiesta, ha quindi emesso il decreto di sequestro preventivo dei beni nella disponibilità delle società portoghese,
dei suoi amministratori e soci.
Gli esiti dell’attività d’indagine costituiscono un’ulteriore testimonianza del costante presidio economico-
finanziario esercitato dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Bari – in stretta
sinergia con l’Autorità Giudiziaria – per la repressione del grave fenomeno dell’evasione fiscale, a tutela dei
cittadini e dei contribuenti rispettosi delle regole, al fine di assicurare l’equità sociale quale condizione
fondamentale del benessere della collettività.

—–

I finanzieri del Comando Provinciale di Barletta, nell’ambito della lotta alla criminalità economica e finanziaria e
sicurezza in materia di circolazione dell’euro e degli altri mezzi di pagamento, nell’ultimo anno, hanno
sequestrato 255 banconote false per un valore di circa 11.500 euro.
Nel contrasto del fenomeno del “falso nummario” la legge affida al Corpo dedicate prerogative al fine di arginare
l’immissione sul mercato di banconote e monete contraffatte, a tutela del corretto funzionamento dei mercati dei
capitali nonché a salvaguardia della fiducia che il pubblico ripone nell’utilizzo della valuta. Un comparto di
specialità definito, da ultimo, dal Decreto Legislativo 19 agosto 2016, n. 177, con il quale è stato affidato alla
Guardia di Finanza il compito preminente di vigilanza del settore.
In tale contesto, gli approfondimenti delle Fiamme Gialle sono stati finalizzati a ricostruire l’intera filiera del
falso, partendo anche dal singolo detentore di banconota contraffatta, per individuare le eventuali ipotesi di reato
connesse, quali truffa e riciclaggio.
Un significativo supporto alle indagini arriva anche dalle sinergie attuate con il Centro Nazionale Analisi
(“C.N.A.”) della Banca d’Italia, che rimette periodicamente al Comando Provinciale le banconote già
riconosciute false e sulle quali vengono esperiti approfondimenti investigativi utili a rilevare potenziali
collegamenti con episodi criminosi che hanno interessato la provincia di Barletta Andria Trani.
La “classifica” delle banconote false sequestrate dai Finanzieri del Comando Provinciale di Barletta trova al
primo posto il taglio da 50 euro (125 banconote per un valore di 6.250 euro), seguite da quelle da 20 euro (65
esemplari per un corrispondente valore pari a 1.300 euro) e, quindi, da 100 euro (35 biglietti per un
corrispondente valore pari a 3.500 euro), nelle restanti posizioni vi sono quelle da 10 euro (23 pezzi), e 7 da 5
euro.
I sequestri di banconote operati dalla Guardia di Finanza di Barletta testimoniano l’impegno del Corpo nella
repressione delle condotte di falsificazione monetaria, nell’ambito di una generale salvaguardia del risparmio dei
consumatori e del sistema finanziario.


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