Giovanni Falcone e la moglie Francesca Morvillo arrivarono in aereo a Punra Raisi nel pomeriggio del 23 maggio 1992. Il magistrato che aveva scoperto la mafia nella sua essenza viaggiava scortato e con codici di volo segreti: era già stato nel mirino dei mafiosi con gravi segnali di attentati.
Sbarcati all’aeroporto siciliano, da lì a Palermo il trafitto fu in auto, con la scorta. Alle sei e tre minuti del pomeriggio, in strada, nella zona di Capaci, al passaggio delle vetture esplose una tonnellata di tritolo. Un boato tremendo, una distruzione apocalittica.
Giovanni Falcone, Francesca Morvillo ed i tre uomini di scorta Rocco Dicillo, Antonio Montinaro e Vito Schifani morirono, nel più grave attentato di mafia di sempre. Replicato, sempre con un’esplosione terrificante, il 19 luglio dello stesso anno quando vennero uccisi a Palermo il giudice Paolo Borsellino e gli agenti della scorta.