Le navi d’assalto anfibio San Giorgio, San Marco e San Giusto e le portaerei Garibaldi e Cavour (foto: fonte Marina militare). L’Italia, con questo dispositivo navale, ha le caratteristiche migliori per quello che potrebbe essere il programma statunitense: piazzare su navi da guerra di altri Paesi alleati, contingenti fino a 120 marines e quattro convertiplani Osprey V22, che sono velivoli bimotore in grado di funzionare come elicotteri e come aeroplani.
Il quotidiano Usa Today dà queste informazioni aggiungendo che non solo l’Italia, ma anche la Gran Bretagna, la Spagna e la Francia, Paesi alleati, vengono presi in considerazione dal Pentagono per questa prospettiva militare. Il perché della quale, risiede nel fatto che alla Marina militare statunitense mancano ancora otto navi da trasporto anfibie per completare il parco mezzi, cosa che accadrà non prima del 2028, e che ricorrendo agli alleati può operare interventi rapidi nelle zone di conflitto più “calde” del mondo. Un precedente, il mancato intervento a Bengasi tre anni fa, con conseguente strage, è considerato ovviamente da non ripetere, da parte dei vertici militari statunitensi.
La nave San Giorgio, la nave San Marco e la nave San Giusto sono di stanza a Brindisi; la portaerei Garibaldi è di stanza a Taranto; e l’ammiraglia della nostra Marina militare, la portaerei Cavour.