L’ex assessore regionale all’Ambiente, Lorenzo Nicastro, è stato assolto. Un maresciallo dei carabinieri, Giovanni Bardaro, pure. Un avvocato, Donato Perrini, pure. Un prete, don Marco Gerardo, no: condannato a dieci mesi il segretario dell’ex arcivescovo di Taranto. Con lui, condannato un funzionario Arpa, Roberto Primerano, a tre anni e quattro mesi.
Nella lettura del provvedimento, durata tre minuti, il gup di Taranto, Vilma Gilli, ha poi parlato dei rinvii a giudizio. Finiscono tutti sotto processo, prima udienza il 20 ottobre, quelli che hanno scelto il rito ordinario: sono 47, fra cui tre società. Dunque, a parte i Riva, a parte Capogrosso ex direttore dello stabilimento Ilva di Taranto, a parte molta altra gente, ci sarà il processo per Nichi Vendola, ex presidente della Regione Puglia (deve rispondere di concussione aggravata); per Donato Pentassuglia, ex assessore regionale alla Sanità ed ex presidente della commissione consiliare Ambiente della Regione Puglia, consigliere regionale pugliese al terzo mandato e primatista di preferenze in provincia di Taranto alle regionali del 31 maggio scorso; per Ippazio Stefàno, sindaco di Taranto; per Gianni Florido, ex presidente della Provincia di Taranto. L’udienza preliminare dell’inchiesta Ambiente svenduto, per presunto disastro ambientale e altre (tante) ipotesi di reato a vario titolo, si chiude così. Primo commento dell’ex presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola: ferita insopportabile con un’accusa che non rispetta la verità dei fatti.
L’elenco completo dei 53 per i quali iniziò 13 mesi fa l’udienza preliminare è riportato di seguito. Si noterà anche la presenza di Emilio Riva, nel frattempo deceduto. Cinque dei 53, inoltre, hanno scelto il rito abbreviato, come si è già detto.
Emilio Riva (1926), Nicola Riva (1958), Fabio Arturo Riva (1954); Luigi Capogrosso (1955), Marco Andelmi (1971), Angelo Cavallo (1968), Ivan Dimaggio (1969), Salvatore De Felice (1964), Salvatore D’Alò (1959), Girolamo Archinà (1946), Francesco Pervi (1954), Bruno Ferrante (1947), Adolfo Buffo (1956), Antonio Colucci (1959), Cosimo Giovinazzi (1974), Giuseppe Dinoi (1984), Giovanni Raffaelli (1963), Sergio Palmisano (1973), Vincenzo Dimastromatteo (1970), Lanfranco Legnani (1939), Alfredo Cerinani (1944), Giovanni Rebaioli (1948), Agostino Pastorino (1953), Enrico Bessone (1968), Giuseppe Casartelli (1943), Cesare Cotti (1953), Giovanni Florido (1952), Michele Conserva (1960), Vincenzo Specchia (1953), Lorenzo Liberti (1942), Roberto Primerano (1974), Marco Gerardo (1975), Angelo Veste (1938), Giovanni Bardaro (1962), Donato Perrini (1958), Cataldo De Michele (1959), Nicola Vendola (1958), Ippazio Stefàno (1945), Donato Pentassuglia (1967), Antonello Antonicelli (1974), Francesco Manna (1974), Nicola Fratoianni (1972), Davide Filippo Pellegrino (1961), Massimo Blonda (1957), Giorgio Assennato (1948), Lorenzo Nicastro (1955), Luigi Pelaggi (1954), Dario Ticali (1975), Caterina Vittoria Romeo (1951), Pierfrancesco Palmisano (1953), Ilva spa (in persona del commissario straordinario Enrico Bondi), Riva Fire spa (in persona del consigliere delegato e legale rappresentante Angelo Massimo Riva), Riva Forni Elettrici spa (in persona del presidente legale e rappresentante Cesare Federico Riva).
Mi auguro che Pentassuglia ne esca pulito. Perché pensare ad una sua responsabilità a danno della salute dei suoi stessi concittadini sarebbe uno choc troppo grande.