Dall’agenzia Ansa: “dal Nord al Sud sarebbero almeno 10 le Regioni che hanno già avviato le verifiche e stanno per chiedere, dunque, la dichiarazione di stato di calamità naturale al ministero delle Politiche agricole per attivare il Fondo di solidarietà nazionale”. Danni stimati per ora, due miliardi di euro. In caso di dichiarazione dello stato di calamità, fra le altre cose, sospensione delle rate dei mutui perble imprese agricole e blicco dei pagamenti dei contributi previdenziali e assistenziali. L’Italia va in riserva, almeno per due terzi del territorio. Il caso più eclatante in questi giorni è quello del lago di Bracciano, definito drammatico dal governatore laziale Nicola Zingaretti. Ma dal Po ad un’altra miriade di casi, le pietre vanno sostituendosi all’acqua, in superficie. Fra i problemi, a parte la meteorologia, c’è la gravissima gestione delle infrastrutture. Sarebbe bastato riuscire a incamerare tutto il ghiaccio dello scorso, eccezionale, inverno per avere delle scorte. Facciamo due esempi pugliesi di ciò che non va: l’invaso mai terminato nella zona della Murgia e l’invaso Pappadai (foto home page: repertorio) nel tarantino per il quale a fiumi, forse, sono scorsi soltanto i soldi, da una quarantina di anni in qua. Senza combinare niente.