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Taranto: suicidi, l’arcivescovo “è una comunità così social e così lontana dalla condivisione” Stamani si è ammazzato un 37enne, era stato messo in cassa integrazione

filippo santoro 1

filippo santoro 1Questo notiziario non informa mai dei suicidi. Oggi lo fa, dopo che un uomo giovane stamani si è ammazzato a Taranto e dopo che nei giorni scorsi era accaduto un precedente suicidio. Oggi ne parliamo, riportando integralmente la notizia diffusa dall’agenzia Agi, perché di suicidi a Taranto ha parlato, con un messaggio diffuso nel pomeriggio, l’arcivescovo Filippo Santoro. Di seguito la notizia Agi:

“Sotto la traccia della nostra societa’ c’e’ una profonda solitudine, quando non proprio l’isolamento. Viviamo in una comunita’ cosi’ ‘social’ e cosi’ poco comunionale, lontana dalla condivisione”. Lo dice in un messaggio diffuso nel pomeriggio l’arcivescovo di Taranto, Filippo Santoro, a proposito della serie di suicidi verificatisi negli ultimi giorni nel capoluogo. Alcuni sono avvenuti a breve distanza di tempo nello stesso posto (lo spazio antistante il monumento ai marinai, sulla rotonda del Lungomare) e hanno riguardato giovanissimi, mentre l’ultimo episodio si e’ verificato stamattina, vittima un uomo di 37 anni, celibe, lanciatosi dall’abitazione della casa dei suoi genitori a Taranto. Vi era tornato quando l’azienda da cui dipendeva, a Modena, lo aveva messo in cassa integrazione. Per la gravita’ delle lesioni riportate, l’uomo e’ morto qualche ora dopo l’arrivo in ospedale. “Profondo dolore” per il susseguirsi di suicidi “nella mia citta'” e “pensiero” ai familiari dei defunti, “stravolti da questi gesti di estrema gravita'”, sottolinea Santoro. “Siamo spesso cosi’ informati e al contempo indifferenti – dice ancora l’arcivescovo di Taranto – se dovessimo analizzare i sintomi saremmo tentati nella diagnosi di una citta’ depressa, senza speranza, ma non voglio assolutamente rassegnarmi a quest’idea. Pur in gravissime difficolta’, a Taranto, non diversa dalle altre citta’ del mondo, noi abbiamo tante falde di speranza, come ad esempio la fede, la famiglia, l’accoglienza, il valore dell’amicizia e di una solidarieta’ che scorre naturale nelle nostre vene. Invito tutti all’apertura e all’attenzione all’altro. Spesso, anche sullo stesso pianerottolo di casa, quando non proprio sotto lo stesso tetto a pochi metri da noi, si aprono scenari di dolore e di confusione: l’affetto, la generosita’, l’ascolto sono farmaci indispensabili per chi avverte il male di vivere. In una terra particolarmente cristiana non possiamo rimanere indifferenti” dichiara l’arcivesccovo di Taranto. “La Chiesa – conclude l’arcivescovo di Taranto, Santoro – prega per le persone che hanno attentato alla loro vita. Le ragioni non potremo mai saperle adeguatamente” ma “e’ essenziale condividere il dolore, il rispetto e la speranza”. (AGI)


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