Di seguito il comunicato:
Torna, finalmente, Aperitivo d’Autore. E sarà come chiudere un cerchio, visto che lunedì 23 agosto ospite dell’associazione Volta la carta sarà Fabio Genovesi, che avrebbe dovuto esserci lo scorso anno quando l’appuntamento fu annullato a causa della pandemia. Non cambia, rispetto ad allora, il luogo dell’evento: le Tenute Eméra, splendida masseria-cantina a due passi dal mare, a Lizzano.
Riparte quindi l’apprezzata formula che esalta e unisce la buona enogastronomia pugliese e la letteratura di qualità. Come consuetudine, i partecipanti alla serata prima prenderanno parte a un gustoso aperitivo mediterraneo accompagnato dagli ottimi vini “padroni di casa” di Claudio Quarta Vignaiolo e poi avranno modo di conoscere lo scrittore toscano che presenterà il suo ultimo romanzo, “Il calamaro gigante” (Feltrinelli Editore), in cui racconta di un viaggio alla deriva, per terra e soprattutto per mare, inseguendo i sogni, le passioni, le storie, alla scoperta delle meraviglie della Natura, perché la storia più incredibile è proprio la realtà. È partner dell’iniziativa anche la libreria AmicoLibro. Si comincia alle 19.30. Converserà con Genovesi l’ideatore di Aperitivo d’Autore Vincenzo Parabita e il cantautore lizzanese Emanuele Barbati, che nel 2020 ha pubblicato il singolo “Chi manda le onde”, nato proprio dopo la lettura dell’omonimo romanzo dello scrittore toscano.
Per prendere parte alla serata è obbligatorio prenotare chiamando al numero 380.4385348 oppure scrivendo all’indirizzo email aperitivodautore@gmail.com. I posti sono limitati e si accede solo con Green Pass.
• L’AUTORE •
Fabio Genovesi è nato e vive a Forte dei Marmi, in provincia di Lucca. Il suo debutto letterario avviene nel 2008 con il romanzo “Versilia Rock City”. La sua seconda opera, “Esche vive” (Mondadori, 2011), è stato tradotto in dieci Paesi. Per Laterza, invece, l’anno seguente esce il saggio cult “Morte dei Marmi”. Nel 2015, con “Chi manda le onde” (Mondadori), vince il Premio Strega Giovani ed entra anche nella cinquina dei titoli finalisti dello Strega. Sempre con Mondadori, nel 2017 pubblica il romanzo “Il mare dove non si tocca” (Premio Viareggio), nel 2019 il libro per ragazzi “Rolando del camposanto” e nel 2020 “Cadrò, sognando di volare”. A maggio di quest’anno con Feltrinelli Editore è uscito “Il calamaro gigante”. Per Rai2 e RaiSport racconta i luoghi e le loro storie durante le dirette del Giro d’Italia e del Tour de France. Collabora con il Corriere della Sera e il suo settimanale La Lettura. Scrive anche soggetti per il cinema, reportage per Rolling Stone e altre riviste musicali e ha tradotto autori di culto come Hunter S. Thompson.
• IL LIBRO •
Del mare non sappiamo nulla, però ci illudiamo del contrario: passiamo una giornata in spiaggia e pensiamo di guardare il mare, invece vediamo solo “la sua buccia, la sua pelle salata e luccicante”. Forse perché appena sotto c’è una vita così diversa e strabiliante da sembrarci impossibile. Come per secoli è sembrata impossibile l’esistenza del calamaro gigante, il mostro marino che ha mosso alla sua ricerca gli esploratori più diversi. Sono pochi gli scienziati che ascoltano le parole degli uomini di mare (naviganti, pescatori, indigeni), i più le credono bugie da marinai o allucinazioni collettive. Fabio Genovesi racconta la vera storia di questo impossibile, del calamaro gigante e di chi lo ha cercato a dispetto di tutto, insieme a mille altre storie che come tentacoli si stendono dall’oceano a casa nostra. Ricordandoci che viviamo su un pianeta dove esistono ancora i dinosauri, come il celacanto, o animali come gli scorpioni che sono identici e perfetti da quattrocento milioni di anni, invitandoci così a credere nell’incredibile, e a inseguire i nostri sogni fino a territori inesplorati. E lo fa mescolando le vite di questi esploratori stravaganti e scienziati irregolari alla storia privata di sua nonna Giuseppina, che a cena parlava con il marito morto da anni, della compagna delle medie che un giorno smette di camminare per non pestare le formiche, della bambina nata per un appuntamento mancato in gelateria. Ne emerge un pianeta che sembra una grande follia, ma se smettiamo di sfruttarlo e avvelenarlo, se smettiamo di considerarci un gradino sopra e capiamo di essere mescolati al tutto della Natura, ecco che diventiamo anche noi parte di questo clamoroso, smisurato prodigio, mentre su queste pagine navighiamo alla sorprendente, divertente, commovente scoperta delle meraviglie del mondo, e quindi di noi stessi.
• LA LOCATION •
Tenute Eméra deve il suo nome alla dea greca Hemera che simboleggia la luce del giorno: un tributo alla cultura della Magna Grecia ma anche alla posizione geografica delle tenute, situate nella penisola salentina, il lembo più orientale d’Italia che per primo assiste al sorgere del sole. Tenute Eméra, a Lizzano, è la più grande delle cantine di Claudio Quarta, lo scienziato pugliese che dopo aver girato il mondo ha deciso di rimettere radici a sud, nella sua Puglia (e in Campania) per diventare vignaiolo. Insieme alla figlia Alessandra, che ha scelto anche lei di seguirlo fra vigne e bottaie, produce magnifici vini di territorio, espressione dei terroir e dei vitigni autoctoni. Sguardo visionario e propensione all’accoglienza, padre e figlia sono sempre pronti a raccontare la loro storia, i loro vini, e le tradizioni del territorio attraverso iniziative di enoturismo e la loro Cantina con cucina. La cantina è una struttura ipogea disposta su tre livelli, costruita sfruttando un salto di quota naturale di 7 metri sul livello del mare e scavando per ulteriori 13 metri. Il tetto della cantina è completamente ricoperto da un prato che assicura il necessario isolamento termico e contribuisce fortemente all’abbattimento dei consumi energetici. Il vigneto, a ridosso del mare, si estende su una proprietà di circa 80 ettari, di cui quasi 50 vitati nel 2007. Una bellezza struggente accoglie il visitatore che a due passi, immerso nella campagna, trova anche l’antico Casino Nitti (anch’esso di proprietà della famiglia Quarta), appartenuto al primo Presidente del Consiglio del Regno d’Italia del primo dopoguerra, Francesco Saverio Nitti.
• I VINI •
Tre cantine, tre diversi territori, un unico obiettivo: produrre vini capaci di “raccontare” il Sud che emoziona. Rispetto per le tradizioni e propensione al futuro rappresentano la bussola di Claudio Quarta Vignaiolo nel suo progetto di reinterpretare l’eccellenza vinicola, con lo sguardo fisso su ricerca e sostenibilità. La storia enologica di Claudio Quarta inizia nel 2005, con la decisione di abbandonare il camice e una brillante carriera da ricercatore e da imprenditore farmaceutico, per indossare i panni del vignaiolo. Claudio Quarta non diviene semplicemente un produttore, ma dà vita a qualcosa di più: le sue cantine incarnano una filosofia, un modo di essere, di pensare (o ripensare) la terra e le sue vocazioni, le tradizioni e quella innovazione che gli è da sempre congenita. E c’è anche l’amore per il bello, non solo in senso estetico, ma come stile di vita che diviene un tutt’uno nel suo stile imprenditoriale, nel modo di fare impresa e di produrre vini di grandissima qualità. Alle Tenute Eméra di Lizzano si producono dieci pregiate etichette: Amure (Puglia Bianco Igp), Anima di Chardonnay (Puglia Bianco Igp), Bianco di Neogroamaro (Puglia Bianco IGP), Rose (Salento Rosato Negroamaro Igt), Qu.Ale (Salento Rosso Igp), Salice Salentino (Salice Salentino Rosso Dop), Anima di Negroamaro (Lizzano Negroamaro Dop Superiore), Anima di Primitivo (Primitivo di Manduria Dop), SuddelSud (Salento Rosso Igp), Oro di Eméra (Primitivo di Manduria Dop). Altre etichette vengono prodotte nelle altre due cantine di Claudio Quarta Vignaiolo: la Cantina Sanpaolo (a Torrioni, in provincia di Avellino) e la Cantina Moros (a Guagnano, in provincia di Lecce).