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Ilva: ancora un sequestro Lo ha disposto il giudice per 87 proprietà riconducibili a 15 ex dirigenti coinvolti nell'inchiesta di Taranto

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I proprietari della masseria Carmine, che dovettero abbattere centinaia di capi di bestiame, hanno deciso di rivalersi nei confronti dei presunti responsabili del disastro ambientale legato all’attività dell’Ilva. Così, nei confronti di 15 ex dirigenti del colosso siderurgico, coinvolti nell’inchiesta Ambiente svenduto e imputati nel processo con prima udienza il 20 ottobre, il giudice Vilma Gilli ha disposto il sequestro conservativo di 87 beni complessivamente (29 nella disponibilità di Fabio e Nicola Riva). Ne sono i custodi giudiziari. Poiché la responsabilità civile è esclusa nel procedimento, per Ilva, Riva Fire e Riva Forni elettrici, secondo il giudice i danneggiati devono potere rivalersi sui patrimoni personali dei responsabili, qualora condannati.


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