Early school leavers. Dispersi, è stato sintetizzato così lo schema basato sul rapporto Istat relativo al 2018. Giovani in età fra 18 e 24 anni che hanno la terza media, non lavorano, non studiano, non partecipano a corsi di formazione.
Sardegna peggio di tutte: 23 per cento. Sicilia 22,1 per cento. Calabria 20,1 per cento. Campania 18,5 per cento. Puglia 17,5 per cento. Le regioni del dud rovinano la media nazionale: 14,5 per cento. Ma non tutto il sud: Basilicata 11,1 per cento. In dieci anni la situazione nazionale è migliorata dal 19,6 per cento del 2008.
Come il meridione, oltre la media nazionale di dispersi c’è la Valle d’Aosta (15,3 per cento). Le altre fra il 12,8 della Liguria e l’8,4 per cento dell’Umbria che rappresenta la situazione migliore. Anche Molise (8,8 per cento) Friuli-Venezia Giulia e Trentino Alto Adige (8,9 per cento) sono sotto la percentuale a due cifre.
Dunque, un giovane pugliese su cinque e mezzo non studia da almeno quattro-cinque anni, non lavora. Che gli viene offerto di fare, dalla società? E soprattutto, lui (lei) che fa? E la disoccupazione formale coincide con la disoccupazione vera?