Alle 18, a Taranto in via Di Palma, davanti alla sede di Blustar tv, l’assemblea pubblica indetta dai lavoratori dell’emittente. Una delle tante e gravi vertenze nella città. Chissà che la ricorrenza di San Francesco di Sales, protettore dei giornalisti, non porti un aiutino da lassù. A parte questa digressione, il problema è di estrema serietà, nella vicenda Blustar. Non l’unica, come detto, considerato anche che c’è Teleperformance definita dai sindacati una bomba occupazionale che rischia di esplodere nel giro di cinque mesi. E altre ancora.
C’è, su tutte, quella dell’Ilva: da ieri scaduti gli ammortizzatori sociali per 3500 lavoratori, le forze sociali sono state convocate al ministero dello Sviluppo economico per elaborare, martedì, le misure riguardanti le aziende in amministrazione controllata (da ricordare oggi, a proposito dell’ex Italsider, l’anniversario dell’assassinio di Guido Rossa, da parte delle brigate rosse, a Genova).
C’è poi la questione, tuttora irrisolta, dell’indotto Ilva. Al riguardo, un comunicato diffuso da Francesco Laddomada, consigliere regionale della Puglia. Il quale parla di monosponio, ovvero un solo acquirente a fronte di tanti venditori:
Sono fortemente preoccupato per la situazione dei lavoratori dell’indotto Ilva. Tutti sanno quante aziende e quanti lavoratori hanno sempre lavorato e vissuto intorno alla grande azienda – un mercato in regime di Monopsonio: chi compra conduce il gioco di mercato, intorno le piccole aziende “vendono” i propri servizi e devono stare al gioco del gigante.
Ma quando interviene il Governo – con ben 7 decreti legge -, può dimenticarsi delle aziende dell’indotto? Sarebbe bastato fare un Consiglio dei Ministri a Taranto – allargato a Confindustria (fin dal primo Decreto) -, per dare una soluzione concreta ai crediti che vantavano le aziende dell’indotto che non possono pagare gli stipendi ai propri dipendenti: ne va della loro sopravvivenza e con pericoli di rivolte sociali! Io dico, ma che razza di governo è questo?
Nomina tre commissari straordinari, in una situazione straordinaria, con ricorso a leggi straordinarie, senza una azione concreta di tutela verso i lavoratori dell’indotto. Insomma, new company, bad company, Arvedi, Marcegaglia…e i lavoratori? Chi pensa a loro. Mi chiedo a cosa serve plaudire a leggi che prevedono cose che si faranno. Questo è il grande limite di gran parte della classe dirigente. Si annunciano assunzioni per ingannare la gente. Sarebbe più onesto e concreto dare atto del numero di assunzioni ad avvenuto inserimento in ruolo. Personalmente, penso che servirebbe un democratico ammutinamento. Possibile che non si trovino almeno cento milioni per far sopravvivere e ripartire l’indotto? Spero che qualcuno al governo abbia ben compreso la situazione di Taranto. Lo spero.”