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Porto di Bari: in sette mesi un milione di tonnellate di grano straniero per fare pasta italiana Oggi protesta Coldiretti

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forestale bari porto granoDi seguito un comunicato diffuso da Coldiretti Puglia:

Intensa l’attività all’interno dell’aerea commerciale del Porto di Bari, dove sono attraccate 4 navi, la Ecopride con 44.647 tonnellate di grano proveniente da Cristobal (Panama), la Wes Nicole di 3037 tonnellate di stazza, proveniente da Dover (Regno Unito), la Glory One e la Emerald Star, provenienti rispettivamente da  Vancouver e Montreal con un carico complessivo di altre 80mila tonnellate circa.

Altrettanto intensa, però, l’attività all’esterno del Porto di Bari, dove tir e camion carichi di grano ‘appena sbarcato’ sono stati verificati dal Corpo Forestale dello Stato della Puglia che ha fermato i mezzi al Varco della Vittoria e, dopo il controllo documentale, ha effettuato  una prima analisi delle micotossine attraverso un Kit innovativo all’interno della postazione mobile allestita per l’occasione.  Un’analisi più approfondita per accertare la reale qualità del grano e la presenza di metalli pesanti sarà effettuata in laboratorio, su disposizione dalle Procure di Bari e Trani.

In 7 mesi (periodo luglio 2015 –febbraio 2016) è stato scaricato al Porto di Bari 1 milione di tonnellate di grano, arrivato da Canada, Turchia, Argentina, Singapore, Hong Kong, Marocco, Olanda, Antigua, Sierra Leone, Cipro e spesso triangolato da porti inglesi, francesi, da Malta e da Gibilterra.  Contemporaneamente è stata registrata  la drastica riduzione del 25% del prezzo del grano pugliese, passato nello stesso periodo da 34 euro a 25 euro al quintale.

Incalcolabili anche i danni in termini di impatto ambientale, basti pensare che sommando la tratta che una nave compie per esempio dal Canada per raggiungere Bari e i 750 camion utili a scaricare una media di 20mila tonnellate di grano, considerando l’andata e il ritorno, si stima una emissione di oltre 15mila tonnellate di CO2.

“Bisogna dare certezze  – denuncia il Presidente di Coldiretti Puglia, Gianni Cantele – sulla qualità del grano straniero che dopo un lungo periodo di navigazione nelle navi sbarca in Puglia per produrre pasta e pane senza alcuna indicazione in etichetta della reale origine. Se il grano è contaminato da micotossine,  risultano contaminati anche pane e pasta perché sono resistenti alle alte temperature. Non meno preoccupante la contaminazione da Deossinivalenolo (DON). I parametri europei relativi ai limiti di DON (1750 ppb) sui cereali utili all’alimentazione umana sono quasi “doppi” rispetto a quelli imposti in Canada (1000 ppb). In altre parole in Europa e, quindi, anche in Italia è commestibile e può essere somministrato anche ai bambini ciò che in Canada non va bene neppure per gli animali”.

La stessa EFSA ritiene che l’assunzione alimentare per infanti (0-6 mesi) e bambini tra gli 1 ed i 3 anni, ma anche adolescenti e bambini in genere, possa essere motivo di preoccupazione, in quanto sono in una fase iniziale della vita (ed in ragione del peso corporeo relativamente basso).

“Vanno affrontate una volta per tutte – denuncia il Direttore di Coldiretti Puglia, Angelo Corsetti  – in maniera drastica tre storture fondamentali che condizionano fortemente l’andamento del settore, quali l’assoluta mancanza di norme che regolano il mercato mondiale, come l’etichettatura di origine obbligatoria e la tracciabilità delle produzioni, le importazioni speculative e il divario dei prezzi corrisposti alla produzione rispetto al consumo. Ogni anno riprende la solita routine speculativa dove il grano duro subisce contrazioni di prezzo talvolta inspiegabili visto che il mercato comunitario quota in maniera superiore a parità di caratteristiche. Noi siamo sempre ai limiti del costo di produzione”.

L’attività borsistica delle Camere di Commercio (Milano, Bologna, Roma e Foggia), se non favorisce, agevola il fenomeno speculativo attraverso la scarsa trasparenza nella formazione del prezzo, oppure apportando variazioni nelle quotazioni in assenza di compravendite o per contratti di scarsa rilevanza economica, che rende necessario ed urgente il riordino di tutta la materia come da tempo chiede Coldiretti.

Intanto, nello stesso periodo non sono state mai apportate riduzioni di prezzi al consumo di pane e pasta che pure potevano essere fisiologiche nel periodo nel quale veniva ridotto il costo della materia prima. Non solo, nel corso del tempo la forbice si è ulteriormente allargata tra prezzi corrisposti alla produzione e quelli fissati al consumo, tant’è che oggi il differenziale tra grano duro e pasta è di circa 400%, grano tenero e pane intorno al 1.000%.

Per la Coldiretti Puglia risulta indispensabile ripristinare e mantenere la fiducia dei consumatori, incoraggiando il loro coinvolgimento nella politica di sicurezza alimentare, garantendo il monitoraggio e la trasparenza in tutta la filiera alimentare e il maggior grado possibile di riconoscibilità delle caratteristiche essenziali dei prodotti, al fine di consentire loro di effettuare delle scelte di acquisto pienamente consapevoli basate su una completa informazione in merito alle caratteristiche dei prodotti.

 


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