Dopo lo scrutinio completato in 330 circoscrizioni su 382 la Bbc ha fatto la sua previsione ufficiale: il Regno Unito ha scelto Leave. Il referendum, dunque, sancisce l’uscita dopo 43 anni della Gran Bretagna dall’Unione europea con il 51,9 per cento circa equivalente a 17,4 milioni di britannici che hanno votato per l’uscita.
I trattati per la Brexit, fra Londra e Unione europea, andranno completati entro due anni. Conseguenze immediate dell’esito del voto: panico nelle Borse. Londra -8,33 per cento, Francoforte e Amsterdam a -9,2 per cento, Parigi -10 per cento, Madrid -13,2 per cento in apertura; Tokyo -8,1 per cento; petrolio a New York -5,4 per cento. A Milano, alle 9 la Borsa praticamente non aperta per le contrattazioni per eccesso di ribasso, calo teorico del 14,6 per cento (solo qualche titolo è riuscito a fare il prezzo, calo dell’1,9 per cento in apertura. Sterlina giù del dieci per cento, ai minimi dal 1985. L’oro, bene-rifugio per eccellenza, schizza in alto nelle quotazioni. Ipotesi di dimissioni del premier britannico David Cameron, fra l’altro chieste da Nigel Farage, leader Ukip, che parla di giorno dell’indipendenza. Cameron ha peraltro annunciato che si dimetterà entro tre mesi.
A proposito di indipendenza, non è ora escluso un nuovo referendum della Scozia nei confronti della Gran Bretagna, perché (già dai giorni scorsi) questa ipotesi era stata paventata e trova immediatamente forza nel fatto che la Scozia ha dato un risultato molto favorevole al Remain, nel referendum svoltosi ieri: quasi un milione settecentomila voti, oltre mezzo milione in più rispetto al Leave. E il premier scozzese Sturgeon ha immediatamente dichiarato, dopo il risultato: “il nostro futuro è in Europa”. Anche in Irlanda del Nord è stata scelta la permanenza e ci sono già forti malumori, in queste ore, per come è andata a finire, mentre Inghilterra e Galles più popolosi hanno scelto l’uscita. Insomma, il Regno Unito quanto ancora rimarrà unito dopo questo voto che provocherà inevitabilmente conseguenze pesantissime nel continente e nella stessa Gran Bretagna.
Reazioni internazionali incessanti, sin da subito. Una su tutte, il tweet “Damn! Ein schlechter Tag für Europa.” ovvero “Maledizione, un brutto giorno per l’Europa” del vicecancelliere tedesco Sigmar Gabriel.
In Italia: causa Brexit, rinviata la direzione nazionale del Pd, quella prevista per oggi pomeriggio e in cui si sarebbe discusso il pessimo risultato elettorale alle amministrative delle scorse settimane.