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Nascosti al fisco imponibili per 25 milioni di euro, sequestro beni a imprenditore del barese Pellet di legno, sequestrate 24 tonnellate: accusa, produzione italiana solo nell'etichetta

finanza nuova

Di seguito alcuni comunicati della Guardia di finanza:
I finanzieri del Nucleo di Polizia Tributaria Bari, nell’ambito di una vasta e articolata attività di polizia giudiziaria, diretta e coordinata dalla Procura della Repubblica di Bari, hanno individuato un imprenditore di origini baresi, operante nel settore delle energie rinnovabili che, con una serie di operazioni “schermo”, era riuscito ad occultare al Fisco italiano materia imponibile per un valore complessivo di circa 25 milioni di euro. L’imprenditore, attualmente residente a Londra, tramite soggetti “prestanome” gestiva una serie di società, con sede fittizia in Lussemburgo, attraverso le quali faceva transitare ingenti somme di denaro frutto di evasione fiscale. Per rendere ancora più difficoltosa l’opera degli investigatori l’imprenditore aveva ulteriormente schermato la titolarità del frutto della sua evasione, riconducendo la titolarità delle aziende lussemburghesi ad un trust in Belize. A seguito della segnalazione dell’Agenzia delle Entrate, il lavoro certosino delle Fiamme Gialle baresi, dirette dalla locale Procura della Repubblica, è riuscito, però, a ricostruire il complesso “puzzle” posto in essere dall’imprenditore barese che operava, oramai da diversi anni, in assoluta scioltezza sui mercati internazionali. Nei giorni scorsi, a conclusione della complessa attività investigativa veniva data esecuzione al decreto di sequestro della Procura della Repubblica di Bari nei confronti dell’imprenditore e di soggetti e società interposte per un valore complessivo di oltre 5 milioni di euro tra beni immobili, conti correnti, quote societarie e fondi comuni di investimento.

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I finanzieri del Gruppo Bari ed i funzionari dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli durante i controlli nei confronti dei veicoli e merci transitanti, nella locale area portuale, hanno sequestrato circa 24 tonnellate di pellet di legno recanti una certificazione d’origine mendace. La merce era imbustata in 1.600 sacchetti da 15 kilogrammi riportanti la bandiera italiana con la dicitura “prodotto italiano” ma, in realtà, la merce proveniva dalla Bulgaria. Per di più, sui sacchetti era presente una dicitura che qualificava il pellet come “lavorazione artigianale di legno vergine e incontaminato ricavato da lavorazioni boschive sui monti delle serre calabresi”. In virtù di ciò è stato denunciato all’Autorità Giudiziaria per la commissione del reato ex art. 517 c.p. (Vendita di prodotti industriali con segni mendaci) il legale rappresentante della ditta calabrese importatrice della merce. Da sottolineare è l’accuratezza dei controlli che finanzieri e doganieri svolgono congiuntamente negli spazi doganali, anche alle merci di provenienza comunitaria, con una sempre più maggiore sensibilità alla tutela dei consumatori e degli onesti cittadini. Sono in corso le indagini per capire quali sono le relazioni che intercorrono tra la ditta importatrice calabrese e la ditta produttrice bulgara per così venire a capo dell’intera filiera produttiva.


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