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Statte: la Cemerad, bomba ecologica ancora innescata Quando i lavori di bonifica dai fusti radioattivi? Chissà

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Di Ninocemerad Sangerardi:

Dieci milioni di euro. Stanziati dal Governo presieduto da Matteo Renzi. Per la messa in sicurezza e gestione dei rifiuti radioattivi accatastati all’interno dell’ ex Cemerad srl, in territorio di Statte. Quest’ultimo è un Comune abitato da 14mila persone, distante 12 chilometri da Taranto.
Soldi affidati al Commissario straordinario–lo stesso per gli interventi di bonifica e riqualificazione della Città jonica– che dovrebbe curare l’allontanamento dei rifiuti dal deposito e risanare la zona. Quando? Non si sa.
“Vi sono pertanto le condizioni affinché un’annosa situazione di rischio possa finalmente trovare soluzione” . E’ l’auspicio scritto nella Relazione sulla gestione dei rifiuti radioattivi in Italia,firmata dalla Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su illeciti ambientali, e inviata il 20 ottobre scorso ai Presidenti di Camera e Senato.
Cemerad è un magazzino grande dove, dal 1984 al 2000, sono stati accumulati rifiuti radioattivi ospedalieri e industriali. Chiuso il sito, stante le vicende giudiziarie di Cemerad srl dichiarata fallita nel 2005, il Comune di Statte diventa custode.
Risale a quindici anni fa l’ultimo inventario dei rifiuti radioattivi e sorgenti dismesse: 1140 metri cubi, di cui 1026 a bassissima attività, 94 a bassa attività, 20 ad alta attività.
Il tutto suddiviso in quattromila fusti, posati dentro un capannone. Inoltre si contano 12mila fusti radioattivi di natura diversa. Rendiconto dedotto dagli incarti presenti nello stabilimento Cemerad, la cui attendibilità potrebbe non essere totale. Lo stesso numero complessivo dei fusti non è facilmente verificabile. Motivo? Essendo collocati su numerosi strati, di fatto è difficile svolgere ispezioni visive.
La Commissione parlamentare il primo dicembre 2014 si reca a Statte. Al termine del sopralluogo “… emerge una situazione che suscita forte preoccupazione sia per le condizioni oggettive del deposito, apparso palesemente inadeguato, sia per le risorse finanziarie disponibili in sede locale e quelle necessarie per gli interventi tecnici da realizzare nei tempi brevi che lo stato delle cose richiede”.
Nel 2012 l’ente statale Ispra (istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale) a proposito della struttura ex Cemerad, sostiene : ”Il deposito si trova in uno stato di sostanziale abbandono ed esposto a ogni possibile evento. Sia il capannone sia i fusti presentano segni di notevole degrado…”.
In attesa,dunque, dell’inizio lavori di purificazione di un’area pugliese da troppi anni dimenticata.

(foto: fonte la rete)


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